La rivoluzione industriale dell’ultimo secolo ha avuto come risultato un inquinamento del suolo massiccio e pericoloso. Pesticidi, materiali di scarto, sostanze chimiche ed esposizione costante a materiali radioattivi, mettono fortemente a rischio la nostra stessa esistenza. Scopriamo la verità.
Le sostanze inquinanti possono presentarsi sotto diverse forme. Possono essere gassose, liquide o solide. Le stesse, però, hanno il medesimo risultato: alterano il terreno portandolo, in alcuni casi, a diventare addirittura incompatibile con ogni forma di vita.
Si tratta di una problematica estesa ad ogni parte del mondo, anche se con intensità differenti. I terreni sono inquinati e questo si riflette sulla salute delle piante, degli animali, e anche sulla nostra.
Le cause sono da attribuirsi esclusivamente alle attività dell’uomo. Dallo smaltimento dei rifiuti, industriali e non, quasi criminale, alle estrazioni di idrocarburi portate avanti con metodi aggressivi, sono tante le problematicità innescate da noi umani.
L’inquinamento causato da sostanze nocive di origini belliche e l’agricoltura intensiva, sono altrettanto causa di un importante danno ambientale.
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Negli anni, abbiamo più volte assistito ai risultati prodotti da questi comportamenti scellerati. Per citarne qualcuno, desertificazione dovuta a terreni diventati sterili, ecosistemi impoveriti, avvelenamento dei terreni dovuti a fughe radioattive.
Le zone contaminate rimangono tali finché la natura, con cicli che possono durare anche centinaia di anni, non riesce da sola a riconvertire le sostanze tossiche in materiali innocui. Oltre ad essere inutilizzabili, questi terreni possono rivelarsi pericolosi a causa di emissioni tossiche e, se utilizzati comunque per l’agricoltura, possono apportare ingenti danni alla nostra salute.
Innanzitutto, sarebbe necessario cambiare drasticamente i nostri modelli produttivi. Iniziare con il vietare attività industriali che producono scarti tossici. Non solo, spingere sull’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti biologici ed evitare allevamenti e coltivazioni intensive.
Occorre dunque smaltire i rifiuti in modo efficiente, con una catena di riciclaggio funzionante. Oltre a ciò, risulta necessario eliminare, secondo le leggi vigenti, i rifiuti tossici che spesso vengono buttati in aperta campagna o in mare.
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Privatamente diminuire, se non eliminare del tutto, l’utilizzo di materiali plastici, di detersivi inquinanti. Preferire, poi, l’utilizzo di indumenti di cotone. Scegliere borse per la spesa riutilizzabili o almeno biodegradabili. Compostare i nostri rifiuti organici.
È molto importante anche tentare di risanare i terreni malati. Il bio-risanamento, infatti, è una pratica che sta prendendo ampio utilizzo.
La stessa consiste nel cercare di bonificare i terreni contaminati attraverso l’impiego di batteri, piante o funghi. I risultati che si stanno avendo sembrano essere interessanti e lasciano ben sperare.
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