Sono molti i pericoli che minacciano la sopravvivenza degli insetti impollinatori, fondamentali per il mantenimento della biodiversità. Ecco qual è il loro peggior nemico.
Tutti conoscono bene l’importanza degli insetti impollinatori. E’ grazie ad essi, infatti, che sopravvive il 90% delle piante spontanee e il 75% di quelle coltivate. Attraverso la loro azione, api e altre specie garantiscono dunque il mantenimento della biodiversità vegetale e non solo.
Spesso, quando si parla del rischio estinzione per tali insetti si pensa subito a pesticidi e agrofarmaci. Tuttavia, queste sono solo le cause superficiali che possono determinare la scomparsa degli impollinatori. C’è infatti un nemico molto potente, che con la sua azione contribuisce sempre più alla loro rovina.
E’ legato ai cambiamenti climatici, che provocano modifiche ingenti negli ecosistemi in cui operano tali insetti. Stiamo parlando…dell’uomo! Ancora una volta, le attività umane sono state infatti indicate come le principali responsabili della scomparsa di una specie e quindi della rovina dell’ambiente.
Per azioni dell’uomo non si intende una sola attività, ma diverse operazioni che la razza umana realizza sugli insetti impollinatori, quindi sulla natura, mettendoli a rischio. Non parliamo solo delle api ma anche di coleotteri, ditteri e lepidotteri. Vediamo insieme perché.
Partiamo da un problema che, come evidenziato a Ilfattoalimentare.it da Gennaro Di Prisco – ricercatore dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Consiglio nazionale delle ricerche (IPSP-CNR) – è sempre più diffuso. Quello dell’urbanizzazione.
Costruendo sempre più case o edifici con varia destinazione, l’uomo va a togliere spazio ai campi e dunque riduce l’azione degli insetti impollinatori. Inoltre, la tendenza a realizzare monocolture erbacee o di frutta che fioriscono solo in un certo momento, lascia gli impollinatori senza un’alimentazione bilanciata.
Tornando alla questione pesticidi e agrofarmaci, anch’essi contribuiscono a mettere a rischio la sopravvivenza di api e altri insetti impollinatori. I pesticidi che vengono utilizzati sulle colture finiscono inevitabilmente nel miele, spesso in combinazioni e concentrazioni pericolose anche per la salute dell’uomo. Sulle api, provocano morti improvvise e danni al comportamento o al sistema immunitario.
Infine, c’è tutto l’inquinamento prodotto dall’uomo: gli inquinanti ambientali vengono infatti accumulati nei tessuti delle api e nei loro prodotti. Sono state riscontrate persino tracce di metalli pesanti nel miele, in alcune ricerche.
Anche le radiazioni elettromagnetiche sono un elemento che potrebbe mettere in pericolo gli insetti impollinatori, infatti i loro effetti sono in corso di studio. Ancora una volta, dunque, siamo proprio noi i responsabili dell’estinzione degli animali e delle ripercussioni sulla nostra stessa salute.
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