La chiamano l’Italia dei record. Quest’anno, la nostra penisola ci ha regalato grandi conquiste in qualsiasi ambito, dallo sport alla musica. Ora, invece, la troviamo al 30 posto: cosa é successo? Scopriamolo insieme
Quando la Cop26 è iniziata, nessuno mai si sarebbe aspettato dei risultati così preoccupanti da fomentare il disappunto dell’opinione pubblica. Dopo i blabla rivolti ai politici di tutto il mondo da parte dei giovani militanti per un futuro più verde, ora, è il caso di guardare i propri scheletri nell’armadio.
Con grande rammarico, bisogna rivelare che nemmeno l’Italia non ha fatto una bella figura alla conferenza di Glasgow, classificandosi al trentesimo posto.
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A quanto pare, nel ranking delle Nazioni impegnate nell’accordo di Parigi, l’Italia stazionava serenamente al 27 posto, fino a quando quest’anno è stata superata da diversi paesi.
Secondo la classifica CCPI, Climate Change Performance Index, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in Italia, è molto meno ambizioso rispetto ai programmi proposti dalle altre Nazioni dell’UE.
In più, le lentezze della burocrazia italiana superano ancora di molto lo sviluppo delle energie rinnovabili. A questo ritmo così lento, è difficile che i biogas possano far parte della transazione energetica italiana.
(S)fortunatamente, la Nazione tricolore non è l’unica a dare il cattivo esempio: dietro l’Italia infatti, si attestano i due grandi del mondo, Stati Uniti e Russia, rispettivamente al 55 e 56 posto.
Ancor peggio il caso dell’Australia, che, con il suo Energy Mix, contribuisce ad un’alta percentuale di emissione di gas serra e gli impegni politici non risultano abbastanza capillari.
Nella top 10 dei Paesi al mondo che stanno facendo il loro dovere in maniera discreta troviamo solo 4 paesi dell’Unione Europea: Danimarca, Svezia, Norvegia e Regno Unito.
A livello globale, invece, assistiamo ad una rimmonta positiva da parte del sud dell’emisfero o quasi: al quinto posto il Marocco, seguito da Cile e India.
Il leader del Marocco, Mohamed VI, in particolare, ha sottolineato l’impegno della sua nazione di ridurre le emissioni di CO2 del 45% entro il 2030 e di far parte della transizione low carbon, in programma per il 2050.
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Curiosi di sapere chi ha guadagnato il podio per le sue missioni a favore del clima?
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