La notizia di qualche giorno fa, in merito alla mancata approvazione del Ddl Zan ha creato discussioni e dissapori un po’ ovunque. A questo, si aggiunge l’attuale dibattito sul problema ambientale. Ma quali sono i risvolti positivi di tutto ciò? Analizziamo la situazione
Non si può negare che il periodo attuale che il mondo sta vivendo, sia alquanto pregno di sfide sociali. Cominciando dalla crisi climatica, il post-pandemia e migrazioni, il mondo, oggi, è in perenne tensione.
Come in ogni sfida, c’è sempre una componente adrenalinica che ci porta a non voler perdere. Sarà questo istinto a sopravvivere, il motore di questo presente, oggi più che mai?
Guardando all’esempio italiano, qualche dato può aiutarci ad analizzare al meglio la situazione in tema diritti. Recentemente, il ddl Zan, il disegno di legge contro l’omotransfobia, non ha ricevuto riconoscimento dal governo italiano.
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Il vero dibattito creatosi in seguito al ddl Zan, alla fine, ha forse omesso una questione essenziale che va oltre ogni pensiero: la dignità della persona. Difatti, concetti come identità e ruolo di genere, oggi, riguardano caratteristiche legate alla persona che la tradizione si porta avanti da secoli.
Dunque, perché non valutare l’idea di passare oltre il concetto di sesso e orientamento sessuale predefinito per sentirci, tutti, liberi di esprimere la nostra dignità in qualità di persone?
Questo fa riflettere sulle differenze culturali e sociali che i diritti possono assumere in ogni Paese, dal momento che l’Italia resta indietro rispetto a tanti altri Paesi in tema di diritti di genere.
A tal proposito, la fonte Gay Help Line ha registrato, su 2000 contatti, un aumento del 17% di ricatti, oltre un ulteriore incremento del 3% di aggressioni sul lavoro.
Che dire, la sufficienza ancora non risulta piena nella pagella diritti firmata Made in Italy.
Non dimentichiamolo: quando parliamo di ambiente, in realtà non escludiamo anche concetti come la salute, il lavoro e l’istruzione.
La pandemia ci ha sicuramente dimostrato che questi temi sono interconnessi, al punto che occuparsi di dare giustizia ad uno di questi ambiti porterà ad affrontare ingiustizie dall’altra parte.
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Per esempio, se vogliamo tutelare tutti gli studenti e insegnanti di una scuola, l’istruzione subirà qualche lacuna inevitabile, non solo a livello logistico.
A testimonianza di questa tesi, l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ha dichiarato che “l’incremento della produzione, il consumo e l’utilizzo delle risorse è pienamente legato alla crescita economica, con conseguenze negative sull’ambiente e sulla salute dell’uomo.”
Ed è proprio qui che comincia il pensiero ecologico: dobbiamo ripartire da una stretta collaborazione tra tutti questi ambiti, nel rispetto di ognuno, per far funzionare il benessere di un Paese, cosiddetto Welfare State.
Riflessioni, queste, che vogliono fungere da spunti di riflessione per modificare, dal basso, qualche nostro atteggiamento quotidiano, a sostegno del mondo in cui viviamo.
Cominciando dal nostro paese così ricco di arte, cultura e bellezza.
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