Ogni anno, il World Air Quality Report riferisce i livelli di pm 2,5 in varie aree del mondo: per il 2021, 6.475 città in 117 diversi Paesi. Ecco dove troviamo l’Italia.
La qualità dell’aria dei luoghi in cui abitiamo è fondamentale per comprendere anche la qualità della vita. Le città sono purtroppo sempre più inquinate: sembra che, nonostante i vari provvedimenti statali o locali, non stiamo facendo abbastanza per contrastarlo.
Per questo, ogni anno il World Air Quality Report riporta i dati sui livelli di pm 2.5 presenti in moltissime località del mondo. Per l’ultima edizione, che prende in esame le informazioni raccolte nel 2021, sono state analizzate ben 6.475 città in ben 117 Paesi diversi. E i risultati non sono molto confortanti.
Come riferisce il report, l’inquinamento dell’aria è considerato una delle maggiori minacce alla salute. Infatti, conta circa 7 milioni di morti ogni anno nel mondo e provoca o aggrava numerose patologie, dall’asma al cancro.
Nel solo 2021, è stato calcolato che 40 mila bambini sotto i 5 anni di età sono morti per malattie legate alla pessima qualità dell’aria. In questo periodo di pandemia, poi, è stato stimato che l’esposizione ai pm 2.5 aumenterebbe il rischio di contrarre il virus ma anche di avere sintomi più gravi.
Al primo posto delle nazioni per concentrazione di pm 2.5 nell’aria, troviamo il Bangladesh: è questo il Paese dove l’inquinamento medio annuale è maggiore (76,9 μg/m³). Dobbiamo scorrere al 67° posto per trovare l’Italia (15,2 μg/m³): siamo circa a metà classifica. All’ultimo posto, dunque il più virtuoso, c’è la Nuova Caledonia (3,8 μg/m³).
Un’altra classifica riguarda invece le città, in particolare le capitali delle varie regioni del mondo. Al primo posto per inquinamento dell’aria, con 85 μg/m³, c’è Nuova Delhi (India). Al 77° posto la capitale italiana: Roma con 11,1 μg/m³. All’ultimo si conferma la Nuova Caledonia con la città di Noumea (3,8 μg/m³).
Da sapere che, dopo 15 anni dall’ultima pubblicazione nel 2006, a settembre 2021 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha aggiornato le sue linee guida globali sulla qualità dell’aria. In questo modo, ha riconosciuto l’impatto significativo dell’inquinamento atmosferico sulla salute globale. Infatti, ha ridotto la soglia tollerabile di concentrazione annuale di pm 2.5 della metà: passando da 10 µg/m³ a 5 µg/m³. L’obiettivo finale è quello di prevenire milioni di decessi.
Dunque, se consideriamo che sono poche le città virtuose che rispettano queste soglie, è evidente come siano necessari ulteriori sforzi per migliorare la qualità dell’aria. E’ dunque fondamentale che le singole persone, ma soprattutto gli enti preposti a livello locale, nazionale, europeo e globale possano agire di conseguenza.
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