L’Italia, detto anche il Bel Paese, conta ben 59 siti UNESCO, detenendo quindi il primato mondiale seguita da Cina e Germania. Ma allora, perché è così difficile essere archeologo?
Abbiamo una buona e una cattiva notizia. Quella buona è che viviamo nel Paese che detiene il record mondiale di siti UNESCO. D’altronde, con tutta la nostra storia e cultura, c’era da aspettarselo.
E la brutta? Purtroppo, nonostante i tanti lavori di messa in luce di reperti e manufatti, la figura professionale dell’archeologo non è adeguatamente riconosciuta a livello nazionale. Questo avviene sia in termini economici, che di reputazione.
Nell’immaginario di massa, associamo spesso la figura dell’archeologo a quella di Indiana Jones. Il temibile avventuriero va a caccia di segreti nascosti, vivendo storie incredibili.
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La realtà, però, é un’altra. Negli ultimi mesi, l’ANA, Associazione Nazionale Archeologi, abbia ricevuto oltre 50 segnalazioni da parte di questa categoria di lavoratori. Questo é avvenuto per via di stipendi inadeguati o mancanza di tutele sul posto di lavoro.
Non tutti sanno che, quando si scava per la creazione di una metropolitana o per l’installazione della fibra internet, un capocantiere, per legge, deve avere un architetto al suo fianco. Lìobiettivo é quello di controllare la fuoriuscita di materiale storico.
Dal momento che, spesso, i fondi per un progetto edile non vengono mai ripartiti in maniera trasparente, a rimetterci è proprio l’architetto. Difatti, é lui che percepisce un pagamento quotidiano di € 60 l’ora.
Per pagare ancora meno, molte volte si ricorre all’ausilio degli archeologi neo laureati, i quali non hanno ancora esperienza e sono costretti a lavorare gratis a titolo di “tirocinio”
Dalle parole della famosa archeologa Aglaia Piergentili Margani, emergono tristi verità sulla reputazione degli archeologi. Non solo, la verità viene a galla anche in merito alla difficile lotta che devono portare avanti per difendere la nostra cultura, un coccio alla volta.
Secondo la sua testimonianza, lavorare nei pressi di un cantiere a Roma, dove è possibile effettuare scoperte anche solo 20 cm sotto il suolo, è davvero molto difficile.
Lo scontro con il capo progetto è inevitabile, dal momento in cui il suo lavoro non c’entra molto con le cinta murarie romane. Inoltre, gli operai intercettano l’architetto donna come qualcuno a cui fare continuamente avances.
In ogni caso, bisogna fare spazio all’ottimismo. Dopo la pandemia, tutti i professionisti del settore hanno ripreso coscienza del proprio valore e sono pronti a lanciarsi verso nuove sfide.
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A tal proposito, si terrà a Pestum la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, occasione dove si celebrerà la recente acquisizione dei portici di Bologna tra i patrimoni UNESCO.
Come dice lo slogan dell’archeologo… keep calm and dig on!
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