Tanti italiani la vogliono, ma ancora pochi la utilizzano: stiamo parlando della sostenibilità digitale, un concetto che unisce ecologia e tecnologia. Ecco tutti i dati.
L’implementazione di progetti che rispecchiano l’attenzione all’ambiente in ambito tecnologico viene ritenuta importante dalla maggior parte degli italiani, ma non tutti si comportano di conseguenza.
E’ una relazione difficile, insomma, quella tra la popolazione italiana e la sostenibilità. Questo emerge dall’ultima ricerca sullo smart environment che è stata pubblicata dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale, “Italiani e Sostenibilità Digitale: cosa ne sanno, cosa ne pensano“.
I dati comunicati nel documento fanno parte di un percorso di ricerca che vuole definire il ruolo della tecnologia come uno strumento di sostenibilità nelle mani dei cittadini.
Questo fatto è alquanto importante affinché le aziende e le istituzioni possano comprendere come sviluppare politiche pubbliche e strategie per cogliere una sfida non più rimandabile.
Strumenti digitali per l’ambiente
Il cambiamento è possibile, ma solo se tutti noi facciamo scelte che rispecchino la nostra attenzione alla sostenibilità. Secondo il rapporto della Fondazione, infatti, il 76% degli intervistati afferma che sia una priorità ma solo una minima parte utilizza device per ridurrei consumi.
In particolare, la domotica la farebbe da padrona nella spinta al cambiamento. I primi strumenti digitali che contribuiscono a lottare contro inquinamento e cambiamento climatico sono numerosi ed eterogenei.
I principali riguardano: elettrodomestici intelligenti (usati dal 19.6% delle persone intervistate), lampadine controllabili tramite assistenti vocali (16.4%), impianti di riscaldamento e climatizzazione gestibili da remoto (12%), termostati intelligenti (15,5%), applicazioni per il monitoraggio della qualità dell’acqua (4,9%).
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A seguire, sono molto utilizzate applicazioni per la raccolta differenziata, stazioni meteo intelligenti, frigoriferi e dispense smart. Il problema, purtroppo, è che non tutta la popolazione italiana ha accesso a questi strumenti digitali allo stesso modo. Si tratta del cosiddetto “digital divide“, che risulta evidente anche a livello nazionale.
“Problemi importanti ma non prioritari”
“Ormai è chiara alla maggior parte dei cittadini l’urgenza di cogliere le sfide del cambiamento climatico. Per il 74% degli intervistati è una priorità. Altra sfida da cogliere é quella dell’inquinamento che rappresenta una priorità per il 76% degli intervistati.”
Queste, le parole di Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, che aggiunge: “Ancora un italiano su 6 ritiene che tali problemi siano importanti, ma non prioritari“.
Infine, la ricerca ha analizzato la percezione dell’impatto ambientale dei servizi digitali da parte degli italiani. I dati emersi dimostrano che, per il 51% l’impatto in termini energetici del digitale è “abbastanza forte”, ma solo il 22.8% stima correttamente quanto forte sia effettivamente tale consumo.
Il 77,2%, invece, ha la percezione di un impatto energetico del digitale più basso di quanto non sia in realtà.
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In sintesi, tali dati devono farci riflettere su quanto ancora sia da migliorare il nostro rapporto con la sostenibilità. E, in particolare, su quanto sia necessario impegnarci maggiormente per essere più ecologici.