Dopo mesi di indagini, controlli e ritardi nelle riaperture in casa Ferrero a seguito dei casi di salmonella in tutta Europa, lo stabilimento di Arlon è pronto a riprendere a pieno regime le sue attività. Ma ad alcune condizioni ben precise.
Ben 324 casi nella sola Unione Europa, 369 in tutto il mondo. Queste sono le stime ufficiali dei casi di salmonella da prodotti Kinder a seguito dei controlli nei vari paesi. Tuttavia, il numero esorbitante di casi, non poteva non far scattare ulteriori controlli da parte dell’AFSCA, autorità per la sicurezza alimentare belga.
Proprio per questo, lo scorso 8 giugno, insieme alla polizia giudiziaria, l’AFSCA ha effettuato ulteriori perquisizioni in alcuni stabilimenti della multinazionale, per escludere una loro responsabilità o meno rispetto ai lotti incriminati. La Ferrero è sospettata di non aver comunicato in tempo il pericolo di salmonella alle autorità competenti. Già qualche caso, infatti, pare circolasse dal 15 dicembre nello stabilimento di Arlon.
Così, sono state ispezionate sei strutture in Lussemburgo ed in Belgio, soprattutto nello stabilimento di Arlon, dove tutto è cominciato. Malgrado la sua riapertura fosse prevista per il 13 giugno, lo stabilimento è rimasto chiuso su volontà delle autorità locali che avevano bisogno di più tempo per effettuare ulteriori indagini.
Pare però che ora si sia arrivati ad un punto di svolta. Dopo mesi di indagini, controlli e ritardi nelle riaperture in casa Ferrero a seguito dei casi di salmonella in tutta Europa, lo stabilimento di Arlon è pronto a riprendere a pieno regime le sue attività. Ma ad alcune condizioni ben precise.
Prima dei vari controlli, già a maggio la Ferrero ha visto rifiutatasi dall’AFSCA l’autorizzazione per poter ripartire a pieno regime con la produzione. Ora, invece, la stessa Agenzia, dopo un ritardo rispetto anche all’apertura prevista, ha concesso all’azienda un’autorizzazione condizionale.
Questo significa che sì, lo stabilimento di Arlon potrà riaprire, ma solo per tre mesi al momento. Ma non solo. In questi tre mesi vi saranno diversi controlli volti ad analizzare tutte le materie prime e tutti i prodotti fatti e finiti, prima che questi vengano presi in carico dalla grande distribuzione. Si tratta un’azione cautelare, atta a garantire uno standard di qualità elevato delle merce, proprio per non commettere gli stessi errori del passato in tutta Europa.
Tuttavia, malgrado l’autorizzazione condizionale, l’AFSCA stessa si dice molto fiduciosa per lo sto stabilimento di Arlon. La multinazionale, infatti, ha garantito il rispetto delle norme e di tutti i requisiti di sicurezza alimentare.
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