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King Kong era un caro amico dell’uomo | Ecco com’era fatto il più grande primato della Terra

Immaginate un “mostro” alto circa 4 metri, di 550 kg come vostro amico. Forse il pensiero cade subito sul film “King Kong” che ha appassionato migliaia di persone al cinema. Eppure, quest’enorme scimmia è davvero esistita. Scopriamo, insieme, come riusciva a coabitare con gli esseri umani e com’era fatta.

L’esistenza di questa gigantesca scimmia amica dell’uomo, denominata Gigantopitechus, risale addirittura a circa 10000 anni fa. Non si tratta, dunque, di sola e pura immaginazione umana, bensì di una specie realmente esistita, che ha vissuto a contatto con i primi uomini moderni.

Ancora dal film “Il libro della giungla” raffigurante Re Louie come quello che potrebbe essere stato l’estinto Gigantopithecus

Andando più nello specifico, risulta buffo il racconto della sua scoperta. Nella città di Hong Kong, il paleoantropologo Ralph von Koenigswald, scoprì un dente molare enorme che, a detta sua, non sembrava appartenere a nessuna specie identificabile.

Allora, nella medicina cinese della tradizione, i fossili venivano utilizzati come medicinali curativi per lenire dolori associati ad artrosi o impotenza sessuale.

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Insomma, fu proprio questa bizzarra realizzazione di una nuova specie di scimmia a fungere da prova dell’esistenza del nostro noto King Kong.

Com’era fatto, realmente, il nostro Gigantopitechus?

Non si conosce molto di questa specie che ha, da sempre, affascinato l’uomo, tanto da realizzarvi un vero e proprio film al cinema. Di certo, però, il significato del nome la dice lunga.

Infatti, la parola Gigantopithecus significa proprio “grande primato”, in quanto, lo ricordiamo, stiamo parlando del più grande primato della Terra.

Questa gigantesca scimmia antropomorfa visse in Asia per circa un milione di anni, prima di arrivare alla sua estinzione. Eppure, se doveste soffermarvi sul suo sguardo, notereste una certa somiglianza con l’uomo: l’umanità che vi traspare è l’esatto motivo di questo legame senza tempo che tanto ci lega al nostro passato.

Orangotango Femmina, specie erede del Gigantopithecus (National Geographic)

D’altronde, secondo Jack Rink della McMaster University di Hamilton, in Canada, quest’incredibile specie avrebbe vissuto in compagnia dell’uomo, come se nulla fosse. Come dire, amici per la pelle.

Non solo assomigliava all’umano per la sua estetica, bensì prediligeva una dieta vegetariana, con una certa passione verso i bambù e la frutta di stagione.

Inoltre, per rimanere ancora più incuriositi da questa specie, si deve sapere che Gigantopithecus potrebbe proprio corrispondere all’uomo delle nevi. Infatti, secondo alcuni esperti, la grande patria dello Yeti, ossia l’Himalaia, si trova alquanto vicina all’area dove viveva il nostro primato.

Ecco perché King Kong, per come lo conosciamo, é scomparso

Chiaramente, come ogni storia del suo tempo nasconde le sue ipotesi, anche le cause dell’estinzione del nostro animale rappresentano supposizioni facilmente plausibili. Gli esperti, infatti, hanno voluto avanzare qualche idea in merito alla scomparsa definitiva dei nostri simili.

Confronto tra i teschi di un Gigantopithecus blacki, un gorilla e un essere umano (Foto: anfrix.com)

Tra le varie, ce ne colpisce una, in particolar modo: quella che trova nell’uomo la vera ragione della sua estinzione di specie. Di nuovo l’essere umano al centro del problema?

Si sostiene che l’invasività dell’uomo, sempre più, ha portato Gigantopithecus ad estinguersi. Non solo, le condizioni climatiche del tempo non favorivano il suo habitat naturale, sviluppando in lui problemi di adattamento all’ambiente circostante.

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Ad ogni modo, pensare che nel sud della Cina siano stati trovati fossili di Gigantopithecus e che, secondo gli antropologi, questa regione corrisponda effettivamente con l’origine della moderna razza umana, aggiunge dell’incredibile fascino all’intero racconto.

Aurora Halili

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