Negli anni sono stati bruciati, nascosti, censurati. Sono i libri che, a seconda del periodo storico, non sono entrati nelle grazie di chi comandava e di chi aveva il potere. Così libri e autori venivano fatti sparire. Ora esiste una libreria che li raccoglia, in Svezia.
La censura è un problema con cui l’umanità si è scontrata tantissime volte nel corso dei secoli. I libri che venivano ritenuti pericolosi venivano bruciati, e molte volte anche i loro autori sparivano misteriosamente.
Bruciare i libri è una pratica antichissima. Le più famose distruzioni furono realizzate durante il passaggio dalla religione pagana a quella cristiana. Famosa fu la distruzione della Biblioteca minore di Alessandria d’Egitto, bruciata perché conteneva testi scientifici e pagani.
Da allora, censurare qualunque cosa non facesse parte del pensiero predominante, che di fatto veniva imposto, fu prassi. Questa abitudine poi si allargò anche agli spettacoli teatrali, poi ai film e anche alla musica.
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Fortunatamente, però, non tutti i libri proibiti sono stati distrutti e la Svezia ne ha approfittato per riunire tutti quelli che ha trovato in una biblioteca che è stata inaugurata a Settembre a Malmö.
La biblioteca dei libri proibiti e i suoi 1600 testi
È stata dedicata al giornalista Dawit Isaak, la nuova biblioteca del proibito svedese. L’uomo è detenuto in Eritrea, senza un regolare processo, per aver scritto degli articoli che, secondo il regime, muovevano delle critiche inconcepibili.
La biblioteca contiene opere sia antiche che contemporanee, che in altri paesi sono stati bruciate o censurate. Nella struttura vengono raccolte anche musiche, film e opere teatrali vietate. Soprattutto, c’è molta letteratura sulla libertà di espressione.
Al suo interno, si trovano anche opere famose perché i loro autori sono stati perseguitati e minacciati per le loro idee. Ogni opera conservata contiene anche le informazioni che spiegano il perché della censura, compreso in quale paese ha trovato dei problemi e quando.
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Tra i libri proibiti conservati ci sono anche diversi testi che erano stati pensati per un pubblico di bambini, ma che per un motivo o per un altro non sono stati ritenuti adatti alla vendita e tolti dal commercio, sparendo dalla circolazione.
Un esempio è il libro “Piccolo blu e piccolo giallo“, dedicato ai bambini dai 3 anni in su ma inserito in una lista di libri proibiti dal sindaco di Venezia, nel 2015, perché ritenuto portatore di ideologia gender.
Questo gesto non ha fatto altro che rendere il libro, per contro, il simbolo della protesta contro la censura culturale in ogni sua forma. La biblioteca svedese, invece, accetta ogni libro che venga segnalato attraverso il suo sito.