I roghi in Italia e nel mondo non si fermano. Resta alta l’attenzione per le continue allerte rosse, ma serve un’azione per evitare che si propaghino.
Sono giorni roventi, dello stesso colore e temperatura del fuoco che non abbandona la il mondo, compresa la nostra penisola, ormai da settimane. Il disastro ha dapprima devastato la Sardegna e poi le principali regioni del Sud Italia: Sicilia, Calabria, Puglia, Campania dove si è concentrato il 55% degli incendi.
Un fenomeno che ha dimostrato tutta la sua potenza nei mesi di luglio e agosto 2021, ma che purtroppo non è nuovo in Italia. Da anni, infatti, ampie zone del nostro Paese sono interessate da roghi provocati per lo più dall’uomo. I dati di Legambiente parlano di oltre 4 mila incendi dolosi e colposi nel 2020, in più di 62 mila ettari di terreni. E con ciò che sta succedendo in queste settimane, il 2021 presenterà un bilancio ancora più pesante.
Oltre al danno per i terreni, la devastazione riguarda anche la fauna italiana. Antonio Morabito, responsabile fauna di Legambiente, ha elaborato una stima in esclusiva per LaPresse: sarebbero oltre 20 milioni gli animali selvatici bruciati vivi dall’inizio dell’estate, in circa 100 mila ettari di territorio distrutto dalle fiamme.
LEGGI ANCHE >>> Temperature estreme oltre le previsioni climatiche, ecco cosa sta accadendo
Un aiuto dall’alto per combattere i roghi
Come fare, dunque, per cercare di fermare gli incendi? In Italia, il Corpo Forestale è stato sciolto nel 2016 in seguito alla Riforma Madia: un vero e proprio taglio che avrebbe dovuto far risparmiare 100 milioni di euro ogni anno. Osservando quanto già è bruciato in questi mesi estivi nel 2021 e considerando le numerosissime richieste di aiuto da parte di enti e regioni, con l’impegno dei volontari e della Protezione Civile, emergono i limiti di questa decisione.
Senza il Corpo Forestale, infatti, gli incendi sarebbero aumentati del 600%. Purtroppo, i soli Vigili del fuoco e Carabinieri cui competono gli incendi non sono sufficienti a risolvere il problema.
Un aiuto, però, potrebbe arrivare dall’alto. Negli Stat Uniti, uno strumento elaborato dalla Nasa sta infatti contribuendo a combattere l’espansione dei roghi. L’ECOsystem Spaceborne Thermal Radiometer Experiment on Space Station (Ecostress) misura la temperatura della superficie terreste e dunque è in grado di rilevare gli incendi, fornendo anche dati sulla loro intensità sul territorio. Questi sono stati poi utilizzati per cercare di costruire una mappa delle zone interessate dai roghi, in modo tale da coordinare gli interventi del Servizio Forestale.
Se venisse applicato anche all’Italia, questo sistema potrebbe individuare le zone a più alto rischio e concentrare le risorse in modo efficace. Sarebbe dunque un ottimo strumento per prevenire la propagazione degli incendi, andando a limitare i danni sia alla flora sia alla fauna della nostra penisola.
In Europa, grazie al satellite Prisma, è possibile osservare lo stato di salute dell’ambiente e in particolare localizzare le aree interessate dai roghi con l’aiuto di altre strumentazioni come il Forest Fire Front. Il sistema che consente a Prisma di fornire i dati è stato, tra l’altro, elaborato dall’Agenzia Spaziale Italiana. Questo dimostra che abbiamo le risorse per cercare di intervenire e fare prevenzione in quest’ambito, dunque non ci resta che investire in questo settore per utilizzarli al meglio.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE>>> Reati ambientali in Italia, le associazioni contro l’improcedibilità