Animali negli allevamenti e inquinamento. I Paesi Bassi decidono di ridurre il numero delle popolazioni degli stabilimenti per diminuirne il tasso di inquinamento ambientale. Ecco nello specifico il perché della decisione.
Gli allevamenti intensivi sono da qualche anno al centro di svariati studi e discussioni. Sono inquinanti? Quanto sono inquinanti? Possono essere gestiti differentemente o devono essere chiusi? Sarebbe meglio tornare ad una più mite pastorizia?
Non è nostro interesse entrare nel merito delle scelte etiche di ognuno. Possiamo però affermare che la maggior gli allevamenti intensivi non vengono gestiti responsabilmente né in modo dignitoso per gli animali destinati a diventare il cibo sui nostri piatti.
La questione inquinamento è oramai un dato di fatto. Tantissimi studi dimostrano come, dalle emissioni di Co2 all’inquinamento di ammoniaca, gli allevamenti sortiscano dei danni non indifferenti all’ambiente.
Ma non solo. A causa della vita che portano avanti i capi di bestiame nati e vissuti negli allevamenti intensivi, e al loro alto numero, si rischia di incorrere in zoonosi, cioè lo sviluppo più facile di malattie e anche l’eventuale passaggio all’uomo.
Questi sono tutti validissimi motivi per decidere quindi di ridurre il numero degli animali all’interno degli allevamenti. Se poi mettiamo in conto anche la sofferenza di questi, maltrattati da persone senza scrupoli, allora bisognerebbe proprio chiuderli del tutto.
L’Olanda è in assoluto il maggior esportatore di carne europeo, ha quindi un numero decisamente significativo di animali negli allevamenti intensivi. La sua decisione di tagliare del 30 % il numero di animali dal loro interno ha dell’incredibile.
La motivazione è molto semplice. Il letame, ma sopratutto l’ammoniaca contenuta nelll’urina degli animali di questi allevamenti stanno contribuendo tantissimo all’inquinamento di laghi e fiumi. Provoca la formazione di alghe e ad una moria di pesci che compromette l’ecosistema.
Inoltre una migliore qualità dell’acqua va a vantaggio di tutti. L’alto tasso di inquinamento da ammoniaca non permette di migliorarla. Ecco quindi la decisione di tagliare il numero dei capi di bestiame rinunciando a 9,3 miliardi di euro all’anno in esportazioni.
La decisione olandese dovrebbe essere d’esempio per tutti gli altri paesi del mondo. Solo con decisioni nette, infatti, potremmo avere una speranza di salvare il pianeta. Purtroppo gli interessi economici limitano i passaggi verso un cambiamento radicale
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