Entra nel vivo il progetto Marless, realizzato in collaborazione tra Italia e Croazia. Coinvolti gli stabilimenti balneari del Veneto, per ripulire insieme spiagge e mare.
Il problema legato al marine litter, ovvero ai rifiuti marini che producono inquinamento e danneggiano gli ecosistemi dei mari, è ormai pericolosamente diffuso in tutto il mondo e il nostro Paese non è escluso.
I rifiuti dispersi nei mari, sono uno dei più tristi simboli dell’impatto dell’uomo sugli ecosistemi. Contenitori di alimenti, bottiglie, confezioni, imballi, sacchetti e tutta la spazzatura che viene lasciata sui litorali va inevitabilmente a impattare sia sulla terra sia nei mari. Qui, in particolare, i rifiuti plastici diventano poi microplastiche che possono provocare anche la morte degli animali.
Secondo quanto riportato dall’associazione Plastics Europe, che riunisce i produttori di materie plastiche e si impegna a ridurre gli effetti dell’inquinamento negli oceani, dal 2011 80 associazioni di settore nel mondo (con sede in 43 Paesi) hanno firmato la Declaration for Solutions on Marine Litter globale. Ma l’azione per combattere il problema non può limitarsi alle aziende.
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Infatti, è fondamentale promuovere progetti che coinvolgano cittadini ed enti per affrontare e risolvere il problema. In Veneto, in particolare, l’iniziativa Marless è stata realizzata in collaborazione tra Italia e Croazia. Il progetto affronta il tema dei rifiuti marini nel Mare Adriatico e mira a riunire tutti gli operatori del settore balneare per contribuire a ripulire spiagge e mari.
Marless, stabilimenti a raccolta
Il progetto Marless vuole appunto coinvolgere i titolari delle concessioni balneari del litorale veneto, facendo sì che possano contribuire attivamente a risolvere il problema legato al marine litter.
La Regione Veneto ha dunque chiesto agli stabilimenti di aderire alle iniziative promosse da Marless, attraverso una manifestazione di interesse. In particolare, si chiede loro di partecipare in prima persona all’attività di monitoraggio dei rifiuti spiaggiati e abbandonati.
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Per il momento hanno aderito cinque strutture: Bibione Mare, Consorzio per lo sviluppo e la gestione degli arenili della marina di Caorle, Eraclea Beach, Euro Beach – Jesolo e Camping Village Marina di Venezia di Cavallino Treporti. A tutti questi stabilimenti è stato assegnato il ruolo di MARLESS Ambassador, come riconoscimento per la disponibilità dimostrata e l’aiuto concreto nelle attività di sensibilizzazione rispetto all’importante tematica della gestione dei rifiuti marini.
Aderendo a questo progetto, “il settore delle imprese venete del turismo dimostra ancora una volta la propria sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali“, ha detto Roberto Marcato, Assessore Regionale allo Sviluppo Economico, Energia e Legge Speciale per Venezia.
I dati relativi all’attività di monitoraggio dei rifiuti lungo il litorale veneto verranno poi raccolti ed elaborati da Arpav. Le informazioni saranno poi utilizzate per individuare nuove linee di intervento, per contrastare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti in mare e sulle spiagge.
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