Il 26 novembre avrebbe dovuto aver inizio la mattanza dei mufloni dell’Isola del Giglio. Giudicati una specie invasiva e pericolosa per la flora locale, grazie a un progetto finanziato con i soldi dell’Unione Europea, rischiavano l’abbattimento.
Ben 100 cacciatori avrebbero dovuto dar loro la caccia per ucciderli tutti. I mufloni dell’Isola del Giglio avrebbero dovuto trovare la loro morte in questo modo, venendo abbattuti a colpi di fucile.
Secondo l’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano, i mufloni sarebbero stati da abbattere in quanto specie non autoctona, e per questo giudicata pericolosa per la flora locale, soprattutto per i lecceti.
La paura per i danni che avrebbero potuto infliggere sulle specie vegetali indigene sono state quindi alla base di queste decisione cruenta.
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D’altronde, é proprio il Regolamente europeo 1143/2014 che prevede di ricreare ambienti naturali densi di biodiversità originarie. In che modo? Attraverso l’eradicazione di specie che siano aliene al territorio che si cerca di ricostruire.
Una delle priorità quando si tratta di queste specie è quella di cercare di non nuocergli. Le prime soluzioni da prendere in esame sono le stesse che non prevedono a priori l’eliminazione fisica della specie in questione.
La Legge 189/2004 del Codice penale punisce l’uccisione non motivata di qualsiasi tipo di animale. Proprio in nome di questa legge, si sono mosse una serie di associazioni animaliste, tra cui il Wwf e il Codacons.
Proprio quest’ultima si é posta in prima linea per cercare di fermare una strage assolutamente insensata. I mufloni, infatti, sono animali che vivono nella macchia mediterranea senza problemi, tanto che in Sardegna sono addirittura considerati una specie protetta.
La densità della popolazione di questo animale nell’Isola del Giglio è di 25 – 40 esemplari per 2.100 acri di terreno. Un numero che non viene considerato pericoloso per la distruzione della fauna locale.
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Nell’Isola d’Elba, inoltre, degli studi condotti sulla comunità locale di mufloni hanno accertato che non si tratta di una specie invasiva. Questi animali, infatti, hanno la capacità di adattarsi e fondersi con l’ambiente in cui vivono, senza danneggiarlo.
Sono, altresì, utili nella prevenzioni degli incendi perché tendono a brucare in modo diffuso e non localizzato.
Dopo un tira e molla durato qualche giorno, si è quindi arrivati ad una soluzione. L’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano si impegna a sospendere l’abbattimento degli esemplari ancora presenti sull’Isola del Giglio.
Si muoverà, invece, verso la cattura e il trasporto degli animali in località ritenute più idonee per loro. L’accordo è stato sancito dal Presidente della Lav Gianluca Felicetti, il Presidente del Wwf Donatella Bianchi e dal Presidente del Pnat Giampiero Sammuri.
Non ci resta quindi che augurare a questi esemplari, visto il pericolo scampato, di trovare una località dove siano apprezzati e possano vivere senza la paura di un fucile puntato contro.
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