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Le mucche di Chernobyl sopravvivono senza l’aiuto dell’uomo | VIDEO

Gli animali vivono nella “zona di alienazione” creata in seguito all’incidente nucleare del 1986. Un’area protetta dove la natura si è ripresa i suoi spazi.

Le mucche selvatiche di Chernobyl (foto: Andrew Simon/Facebook)

Quando pensiamo a Chernobyl, la nostra mente non può che andare all’immensa tragedia partita dalla centrale nucleare nella notte del 26 aprile 1986. Da quel giorno, in seguito all’evacuazione degli abitanti dalla zona più vicina al reattore, l’area è diventata una vera e propria città fantasma dove la natura è riuscita a riprendere i propri spazi.

All’interno della Riserva Naturale di Chernobyl, istituita nel territorio ucraino che corrisponde alla “zona di alienazione” la flora e la fauna hanno proliferato per anni. Si contano, infatti, ben 1.228 specie di piante – di cui alcune sono considerate rare. Inoltre, nell’area protetta vivono 339 specie di animali: 60 sono pesci, 12 anfibi, 7 rettili, 202 uccelli, e 58 mammiferi.

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Tra queste ultime ci sono anche le mucche che, dopo anni dal tragico incidente, sono diventate selvatiche e hanno sviluppato la capacità di vivere in armonia in una mandria ben strutturata. La loro peculiarità è, dunque, che non si comportano più come un tipico animale da fattoria.

I ricercatori della Chernobyl Radiation and Ecological Biosphere Reserve hanno recentemente affermato, infatti, che queste mucche hanno dato vita a una rigida gerarchia e si sono adattate perfettamente alle condizioni climatiche della regione senza l’aiuto dell’uomo.

Nonostante la contaminazione da radiazioni, dunque, questi animali sono riusciti a sviluppare una propria società – potremmo quasi pensare – e a sopravvivere anche a condizioni estreme. Questa scoperta è stata fatta in seguito ad alcune osservazioni realizzate nel febbraio 2021: prima di allora, le mucche erano state avvistate sui sentieri del villaggio, per le strade, per i boschi oppure vicine al fiume.

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Fotografate e riprese dalle telecamere dei ricercatori, le mucche sbucano fuori dal bosco circondate dalla neve e dal gelo. La mandria protegge i più piccoli, che a loro volta scelgono il posto più sicuro tra le mucche e un toro adulto. Nonostante le temperature rigide, anche i vitelli sembrano adattarsi alle condizioni climatiche del luogo.

Parlando di animali che hanno occupato la zona in passato, un tempo qui viveva l’uro: bovino selvatico che abitava le steppe e le foreste dell’Eurasia. Proprio le mandrie di uro sono riuscite a creare paesaggi aperti, influenzando il suolo e la vegetazione e dando vita a ciò che vediamo oggi in quest’area. Che le mucche di Chernobyl abbiano ereditato questo compito dai loro antenati?

Tania Gandola

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