La nomofobia è un’ansia che parte dalla tecnologia, ormai presente nella nostra quotidianità, ed è legata in particolare al mondo online. Ecco perché è allarmante, soprattutto per i giovani.
Ogni giorno, la nostra vita è scandita dai ritmi frenetici del lavoro e degli spostamenti con alcuni momenti legati agli impegni familiari e pochi altri dove possiamo concederci del relax.
Ma la nostra quotidianità, la nostra routine, è a sua volta scandita anche dalle ore che trascorriamo online. La realtà virtuale è spesso un rifugio dal mondo reale: nei momenti di pausa dal lavoro guardiamo il telefono, la maggior parte delle volte entrando nei vari social media, e per un attimo ci dimentichiamo di dove siamo o cosa stavamo facendo.
Siamo reperibili ormai a qualsiasi ora del giorno e della notte, non spegniamo mai il telefono e spesso il suo schermo è la prima cosa che guardiamo al mattino e l’ultima prima di addormentarci.
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Tutto questo può sembrare surreale, o forse per alcuni dopotutto è una nuova normalità, ma in ogni caso è fonte di stress e ansia. Proprio una nuova forma di ansia è alla base della nomofobia: una paura strettamente legata alla nostra presenza online.
Cos’è la nomofobia
La nomofobia, come detto, è una paura che nasce dalla nostra presenza online. O meglio, è l’ansia che proviamo quando non siamo connessi: quando non siamo rintracciabili nel web (sui social, nelle chat, eccetera), quando non abbiamo il telefono a portata di mano (perché dimenticato in qualche stanza o nella borsa) ed è persino la paura di perdere lo smartphone.
Quest’ultimo è ormai una terza mano, praticamente siamo incollati a lui tutto il giorno e abbiamo la sensazione che senza di lui saremmo persi. Nomofobia, infatti, sta per “no-mobile phobia” e può avere conseguenze molto pericolose.
Quando la proviamo, sentiamo un panico crescente all’idea di non essere reperibili online ma anche una necessità estrema e costante di essere aggiornati su tutto ciò che accade sui social. Questa sindrome da disconnessione appare come un vero e proprio meccanismo di dipendenza.
Una vera dipendenza
Dunque stiamo sempre più tempo al telefono, lo portiamo ovunque (anche solo se ci spostiamo da una stanza all’altra) e controlliamo qualsiasi aggiornamento in maniera compulsiva. Nei casi più estremi possiamo provare panico, vertigini, ansia e perdiamo il controllo sul nostro corpo.
Secondo alcuni studi, l’attaccamento allo smartphone causa delle interferenze nella produzione della dopamina (neurotrasmettitore che regola il circuito celebrale della ricompensa), quindi incoraggia le persone a svolgere attività che credono gli daranno piacere: proprio come fanno le droghe.
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I più a rischio sono ovviamente i giovani: bisogna quindi fare attenzione, riconoscere se vi sono sintomi potenzialmente pericolosi e contattare un esperto (psicologo, psicoterapeuta) se si pensa di essere affetti da questa forma di ansia.