Uccelli marini dell’Artico minacciati dalla scomparsa del ghiaccio causato dall’aumento delle temperature globali.
Gli scienziati avvertono: il ritmo attuale dello scioglimento dei ghiacci potrebbe vedere la popolazione del pinguino imperatore ridotta di ⅓, una quantità troppo bassa di individui che porterà all’estinzione della specie.
Vita, cibo e maturità: tutto gira intorno al ghiaccio. La presenza di ghiaccio è di vitale importanza per le colonie di pinguini.
Innanzitutto il ghiaccio è un posto sicuro dove i pinguini possono riposare, essere al riparo da predatori acquatici come le orche, e crescere i piccoli. Ma non solo, il ghiaccio è anche legato all’alimentazione della specie: i krill, piccoli crostacei marini che compongono la dieta dei pinguini imperatore, si nutrono di alghe presenti nel ghiaccio. Se il ghiaccio scompare, i krill seguono a ruota.
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Secondo lo studioso Hal Caswell dell’istituto di ricerca marina americana Woods Hole Oceanographic, in un primo periodo la quantità di individui di pinguino imperatore sarà destinata ad aumentare, ma secondo i suoi studi la situazione prenderà poi una piega alquanto tragica: tutte le 45 diverse colonie di pinguini imperatori conosciute saranno a rischio d’estinzione entro il 2100.
Anche il pinguino pigoscelide potrebbe subire un destino simile.
Uno scenario già vissuto
L’aumento delle temperature rende il ghiaccio meno stabile e molto più sottile di quanto necessario. Può bastare una tempesta per frantumarsi in tanti piccoli pezzi senza avvertimento. E’ già successo nel 2019 presso la baia di Halley: 10.000 pulcini sono affogati per via dello scioglimento improvviso del ghiaccio sul quale stavano. Similmente accade ad altre specie di animali che vivono nell’Antartico, come le foche.
Come mitigare il problema
Secondo la ricercatrice Stephanie Jenouvrier, anche lei parte del team Woods Hole, l’implementazione di un’area marina protetta nel Mare di Ross potrebbe aiutare a guadagnare tempo per evitare la tragica estinzione dei pinguini e riuscire a mettere in atto le necessarie strategie di conservazione.
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L’ implementazione di un’area marina protetta – spiega Andrea Kavanagh della Pew Charitable Trusts – ostacolerebbe la pesca indiscriminata nell’area dichiarata, permettendo generalmente di ottenere nuove aree piene di krill e donando una migliore possibilità di sopravvivenza ai nostri amici pinguini.
La ricerca di Stephanie Jenouvrier parla chiaro ed il suo intervento si conclude con la seguente frase:
“Il futuro dei pinguini imperatore e di tutti i bioti sulla Terra dipende in sostanza dalle decisioni prese oggi.”
In breve questo si chiede: agire oggi per salvare il presente e il futuro.