Un progetto innovativo, che vuole valorizzare la magia dei boschi e aumentare il turismo. Un progetto nato da un’idea del Consorzio Forestale del Canavese, in Piemonte.
Dopo la pandemia, abbiamo tutti riscoperto la bellezza dello stare in mezzo alla natura, anche solo per poche ore. Una semplice passeggiata nel bosco ci ha ricordato quanto sia facile rallentare i ritmi frenetici delle nostre vite, concedendoci del tempo per fermarci e ascoltare i suoni di ciò che abbiamo intorno.
Abbiamo ritrovato il contatto con l’ambiente e il turismo stesso ne ha giovato, soprattutto a livello italiano. Sono aumentati, infatti, i visitatori delle aree montane o comunque lontane dai grandi centri abitati. Il nostro Paese è ricco di questi luoghi, dunque può offrire al turista un’ampia scelta e l’economia locale ne esce sicuramente rinvigorita.
Ecco perché cercare di implementare il turismo sostenibile, in mezzo alla natura, è un obiettivo che si sono posti più enti sul territorio italiano. In che modo? Cercando di adeguare l’offerta con nuovi servizi, ma soprattutto con piccoli accorgimenti che valorizzano maggiormente le destinazioni dal punto di vista ambientale.
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Non solo, anche regolando i flussi, quindi evitando un turismo di massa che rovini i luoghi. Un esempio virtuoso di proposta innovativa arriva dal Piemonte, nell’area intorno alla città di Torino: in particolare tra la Valchiusella e altre aree forestali del Canavese.
Il Consorzio Forestale del Canavese si è aggiudicato un bando lanciato dal Gruppo di azione locale (Gal) Valli del Canavese e ora ha un anno e mezzo di tempo per realizzare un bel progetto di valorizzazione dei boschi.
L’idea del Consorzio Forestale del Canavese è nata prendendo ispirazione da un progetto realizzato in Estonia. Qui, nella foresta di Voru, un gruppo di studenti di architettura dell’Accademia estone delle Arti ha realizzato tre megafoni giganti in legno per amplificare i suoni del bosco.
Si tratta di strutture di forma conica di tre metri di diametro, perfetti per il riposo o la lettura immersi nel verde. Un rifugio per tutti i turisti di passaggio, che possono appunto fermarsi e ascoltare i suoni della natura amplificati da questi oggetti.
Possono, inoltre, fungere da piattaforma per organizzare lezioni all’aperto oppure concerti (usando solo strumenti compatibili col luogo) e piccoli eventi culturali. Una bellissima idea che è stata quindi ripresa anche in Italia, spiegata così dal Consorzio Forestale del Canavese a Repubblica:
“Il progetto riflette in pieno il nostro modo di intendere il bosco, come risorsa da tutelare e valorizzare a 360 gradi, capace di enormi cose“.
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Il legno utilizzato per costruire i megafoni sarà locale e proveniente da boschi certificati. Queste strutture non andranno a impattare negativamente sui luoghi, dunque non avranno effetti sulla flora e fauna locale.
Che splendido incrocio di arte, natura e benessere!
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