Molti degli oggetti tecnologici che usiamo quotidianamente sono vittime dell’obsolescenza programmata. Ecco quali sono e cosa significa questo termine.
Per obsolescenza programmata si intende la limitazione del ciclo di vita di un prodotto, con un periodo prefissato che ne indica la durata. Sono molti gli oggetti che utilizziamo ogni giorno e che non sappiamo quanto dureranno, mentre in realtà la loro vita è pianificata sin dalla loro costruzione.
Dopo un certo periodo, insomma, un prodotto diventa semplicemente inutilizzabile oppure più spesso obsoleto agli occhi del consumatore. Quest’ultimo, infatti, è spinto a sostituirlo con nuovi modelli più moderni ed efficienti anche se in realtà presentano differenze minime coi precedenti.
Nella società consumistica in cui viviamo, la tendenza ad acquistare prodotti sempre diversi (e spesso inutili) non è una novità. Tuttavia, forse non tutti sanno che per molti di questi oggetti l’obsolescenza è stata appunto programmata sin dalla loro realizzazione.
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Bisogna fare però una distinzione fondamentale. Nel caso in cui si pubblicizzi eccessivamente l’obsolescenza di un oggetto (solo con manovre di marketing), questa viene definita percepita oppure simbolica.
Invece, nel momento in cui si limita il ciclo di vita di un prodotto intenzionalmente già nel processo di produzione, si parla appunto di obsolescenza programmata. Nonostante ormai tantissimi oggetti vengano realizzati in questo modo, e ci siamo quindi abituati, in realtà resta evidente l’impatto negativo di tale fenomeno.
L’impatto dell’obsolescenza programmata
L’obsolescenza programmata viene realizzata per lo più attraverso l’uso di materiali di scarsa qualità oppure di elementi che si deteriorano velocemente. Ma, spesso, anche con sistemi elettronici che vengono creati appositamente per deperire dopo un determinato lasso di tempo.
Quando pensiamo di riparare un prodotto, inoltre, nella maggior parte dei casi i costi che ci vengono proposti per la riparazione superano di gran lunga quelli necessari per acquistare un nuovo modello. Così, di fronte a questa evidenza, chi è che preferirebbe riparare qualcosa di vecchio anziché comprarlo nuovo, tra l’altro a un prezzo più vantaggioso? E il gioco è fatto.
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Tra i prodotti, forse insospettabili, che sono sottoposti al fenomeno dell’obsolescenza programmata ci sono anche stampanti e toner. Le cartucce molto spesso vengono indicate come “terminate” anche se in realtà è ancora presente una percentuale di inchiostro utilizzabile. Mentre le stampanti presentano, molto spesso, una serie di problemi di fronte ai quali la sostituzione del macchinario pare l’unica soluzione possibile.
Tra l’altro, le cartucce delle stampanti sono un’enorme fonte di inquinamento ambientale. Infatti, rappresentano una quantità molto alta di rifiuti elettronici che sono poi difficili da smaltire.