Dopo il disastro avvenuto con l’esplosione della centrale di Chernobyl, in molti si domandano: come hanno fatto le piante a resistere alle radiazioni?
Tutti conosciamo la tragica vicenda che ha purtroppo coinvolto Chernobyl. A causa dell’esplosione della centrale nucleare, gran parte di quell’area è stata demarcata come zona di esclusione.
Oltre all’enorme disastro che ha causato lo scoppio vero e proprio, i danni più grandi sono stati quelli riscontrati nei momenti successivi all’evento. Le radiazioni hanno interessato gran parte del territorio.
I danni sono stati moltissimi e, tra i più noti, si ricordano quelli che hanno colpiti i civili e le popolazioni circostanti anche anni dopo la triste vicenda.
La zona interessata dall’esplosione è stata completamente sgomberata e, ancora oggi, è disabitata poiché vi è l’impossibilità di viverci a causa dell’alto rischio di contaminazione.
A distanza di molti anni la vita a Chernobyl sembra però essere ricomparsa. La Natura ha iniziato a ripopolare la zona riappropriandosi dell’intero territorio che l’uomo è stato costretto ad abbandonare.
Moltissimi animali come i lupi, gli orsi o i cinghiali si sono riavvicinati e hanno iniziato a girovagare all’interno della città fantasma. E mentre gli animali piano piano ricominciano a ripopolare l’area distrutta, altri esseri viventi non hanno mai abbandonato la loro casa.
Si tratta delle piante, quelle che fino ad oggi sono rimaste sempre vive e fedeli al loro luogo di nascita. Ma come hanno fatto a sopravvivere alla radiazioni?
Un’interessante ricerca pubblicata su The Conversation ha dichiarato che delle minime esposizioni alla radioattività, anche per un tempo limitato, possono causare danni gravissimi.
Potrebbe verificarsi una mutazione del DNA, un’alterazione delle funzionalità cellulari, o l’insorgere di lesioni cancerose. Questo genere di modifiche genetiche, negli umani e negli animali potrebbero risultare fatali.
Le piante invece sono differenti, hanno un modo di svilupparsi diverso e molto più flessibile. Sono in grado di adattarsi ad ogni genere di condizione infatti, che si tratti di luminosità, umidità o temperatura, queste riescono ugualmente a trovare il modo di sopravvivere.
La loro struttura si forma e si completa nel corso del tempo, variando in base alle necessità, ai segnali che arrivano dall’esterno e a quelli che ricevono dagli altri vegetali.
Le piante sono estremamente ingegnose e possiedono dei sistemi molto complessi che adottano per riuscire a sopravvivere anche negli ambienti più ostili… come nel caso di Chernobyl.
Ogni cellula vegetale è in grado di dare origine ad altre cellule, anche diverse da quella primaria. Per questo motivo, le piante riescono molto facilmente a ricostruire i loro tessuti morti o danneggiati.
Inoltre, quelle che sono riuscite a sopravvivere all’interno dell’area contaminata, hanno addirittura sviluppato delle particolari proteine. Il mezzo attraverso il quale sono riuscite a difendersi dalle anomalie genetiche causate dalle radiazioni. È così che hanno evitato gli enormi danni cellulari.
Ma c’è un’altra incredibile curiosità riguardo le piante di Chernobyl. Queste sembrano avere anche la vita più lunga rispetto a tutte le altre. A causa dell’esplosione della centrale, l’intera zona scarseggia di insetti, lombrichi, batteri e funghi. Tutto ciò giova alla salute dei vegetali ormai caduti al suolo che non si decompongono, ma continuano a giacere sul terreno.
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