Conferenze, ricerche e scoperte desolanti hanno tutte un minimo comune denominatore. Il nostro pianeta è in pericolo e la colpa è da attribuire alla condotta indisciplinata delle grandi potenze mondiali in anni e anni di incuria e profitto. Ma oltre ai fiumi, anche gli oceani stanno male a causa dell’inquinamento.
Non vi sembra di star ascoltando lo stesso disco rotto da un bel po’? Prima magari la melodia era pure orecchiabile, poi è diventata un fastidioso brusio di sottofondo ed infine una nenia insopportabile. Ecco, questi sono gli effetti dei cambiamenti climatici sulla nostra vita, ma soprattutto sul nostro Pianeta.
Nella fanatica seconda era del positivismo, non c’era spazio per avvertenze, timori e dubbi. Il nuovo Millennio era una promessa e la globalizzazione un’aurea conquista, salvo poi – a più di 20 ani dal massacro di Genova – presentare il suo conto iper salato. Il Po e il razionamento dell’acqua nel Nord Italia, sono solo alcune delle catastrofi già annunciate.
Insomma, conferenze, ricerche e scoperte desolanti hanno tutte un minimo comune denominatore. Il nostro Pianeta è in pericolo e la colpa è da attribuire alla condotta indisciplinata delle grandi potenze mondiali in anni e anni di incuria e profitto. Ma oltre ai fiumi, anche gli oceani stanno male a causa dell’inquinamento.
Il nostro Pianeta è sotto emergenza oceanica
Si concluderà oggi la conferenza in corso a Lisbona per fare il punto della situazione sulla salvaguardia e la sostenibilità degli ecosistemi marini. Tuttavia, gli ultimi rilevamenti mostrano una condizione altamente critica e preoccupante. La Conferenza dell’ONU sull’Oceano, infatti, ha parlato senza mezzi termini di “emergenza oceanica“, che avrà anche ripercussioni sull’intera Agenda 2030 se non si interviene subito.
Il problema più grave degli oceani riguarda i tantissimi rifiuti di plastica che finiscono la loro – non breve – vita galleggiando per secoli e secoli indisturbati. In questo senso, la Pacific Trash Vortex, ovvero la grande isola di rifiuti composta principalmente di plastica che si trova nell’oceano Pacifico, è l’esempio più disfunzionale della nostra società capitalista e materialista, votata solo al benessere a discapito, però, di tutto il resto.
Secondo il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, l’impegno di tutte le Nazioni per la salvaguardia degli oceani ancora è davvero scarso. Malgrado, infatti, negli ultimi cinque anni si sia raggiunto qualche obiettivo, ancora è davvero tanto il lavoro da fare, soprattutto per quanto riguarda i rifiuti di plastica. Proprio per questo, Guterres ha anche chiesto pubblicamente un cambio di rotta, investendo molte più risorse.