La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ha parlato chiaro, per salvarci dobbiamo eliminare l’inquinamento della plastica. La salvezza del mondo dipende dai passi che l’umanità riuscirà a fare nelle politiche ambientali.
Se ne è parlato a novembre a Glasgow. Quasi due settimane in cui si è fatto il punto sulle problematiche del pianeta. Problematiche dovute all’inquinamento. E si è parlato di strategie per salvarci dal disastro imminente.
L’emergenza climatica non è una cosa da prendere alla leggera. Gli accordi di Parigi stilati nel 2015 sono stati del tutto disattesi. Le emissioni di Co2 non sono calate e la temperatura globale è aumentata molto di più di quanto si era stabilito.
È necessaria un’azione che richieda una piena collaborazione tra i governi di tutto il mondo. Devono essere messe in mezzo anche imprese e società civile per riuscire a portare avanti tutti gli impegni presi.
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Se a Parigi nel 2015 si presero degli accordi, con Glasgow è necessario renderli reali. È di primaria importanza interrompere la produzione della plastica. L’inquinamento che deriva da questo materiale è oramai fuori controllo.
L’inquinamento negli oceani e negli altri corpi idrici come i fiumi continua ad aumentare. Se non si farà finalmente qualcosa di davvero concreto, questo tipo di inquinamento è destinato a raddoppiare entro il 2030.
Le conseguenze saranno disastrose per tutti. Non solo a livello ambientale, ma anche per quanto riguarda la salute e l’economia. La crisi globale dell’inquinamento deve cominciare ad essere combattuta riducendo quella che viene chiamata “plastica inutile“.
Riciclare la plastica nel modo corretto è un inizio, ma arrivati a questo punto il corretto smaltimento non è più abbastanza. Anche le plastiche biodegradabili hanno cominciato a rappresentare un problema.
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L’unica via percorribile è la diminuzione radicale della produzione e del consumo della plastica stessa. Un’attenzione particolare deve poi esser dato verso le microplastiche, che inquinano le nostre acque e che rendono vulnerabile anche la nostra salute.
Queste micro particelle entrano nel nostro corpo attraverso l’ingestione di frutti di mare, di bevande e persino con l’utilizzo del comune sale da tavola. Le nostre fonti di acqua sono oramai tutte contaminate.
A Glasgow i programmi sono stati discussi, la disponibilità al miglioramento delle politiche ambientali è stata data da 190 leader mondiali e decine di migliaia di negoziatori, da rappresentanti di governo e da imprese e cittadini.
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La speranza è che per attuare, nella pratica, dei comportamenti responsabili atti al cambiamento, non sia necessario arrivare sull’orlo dell’abisso.
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