Un’area forestale che unisce gli stati popolate dal panda rosso, un vero e proprio corridoio naturale per salvare questo piccolo dal rischio di estinzione.
In un’area protetta che misura 11.500 km2, il piccolo mammifero è libero di spostarsi facilmente ed incontrarsi e riprodursi con altre specie di diverse colonie. Il progetto parte dalla necessità di conservare questa specie a rischio d’estinzione. Un’area forestale che unisce il verde del Nepal dell’occidente con le aree del Sikki e il Bengala in India, tutte zone popolate dal panda rosso.
Si stima che vi siano solamente 2.500 esemplari in Asia, cifra che si è ridotta a metà in solamente vent’anni. Le cause della scomparsa conducono alle grandi responsabilità dell’uomo.
Il panda rosso fa parte di una famiglia di mammiferi a sé stante. Se dovesse estinguersi, la biodiversità ne subirebbe un danno enorme. Solamente nel 2018 il Nepal ha perso 1.670 ettari di foreste a causa della deforestazione, costringendo i panda rossi a vivere in aree più limitate e con quantità di cibo più scarse.
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Se diverse colonie di panda rosso dovessero essere isolate le une dalle altre, si andrebbe incontro ad un problema di diversità genetica tra i gruppi, che causerebbe complicazioni con le nascite e la salute di nuovi cuccioli.
Oltre al problema ambientale e genetico, i panda devono anche sopravvivere alle attività di bracconaggio: il mammifero dalla rossa pelliccia é tra i cinque mammiferi più cacciati nel Nepal per la creazione di indumenti e accessori.
Per salvare questo piccolo panda nasce l’idea del corridoio verde tra gli stati. L’iniziativa ha trovato fondi sia dallo stato che supporto da diversi zoo e parchi faunistici di tutto il mondo, compreso il parco di Bussolengo in Italia.
Una volta salvaguardato il territorio dalle aziende e dai contadini, serve un monitoraggio costante per essere sicuri dell’efficacia del progetto e per fermare il bracconaggio illegale di animali. Lo stato del Nepal ha deciso di permettere alle comunità locali di trovare impiego e dirigere la parte legata al controllo dell’ambiente.
Dal 2007, l’organizzazione “red panda network“, la quale ha diretto il progetto, ha formato 150 cittadini locali del territorio del Nepal, su tutto ciò che riguarda la salvaguardia del Panda minore, incluse le tecniche di monitoraggio per capire gli spostamenti e le dinamiche dei gruppi di animali.
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Di questi, 100 sono diventati dei veri e propri guardiani forestali, impegnati in questo enorme progetto di conservazione. Il lavoro non é semplice: le aree devono essere monitorare quattro volte all’anno e bisogna registrare la quantità di panda rossi avvistati direttamente o indirettamente.
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