Conosci le piscine sacre del Mediterraneo? Recentemente è stata scoperta quella di Ba’al: uno dei bacini più grandi del nostro mare. Si trova a Mozia, isola del Sud Italia.
La natura non smette mai di sorprenderci, con tutte le bellezze e i meravigliosi misteri che nasconde. Ma ci sono anche tantissime opere artificiali costruite dalle popolazioni antiche, delle quali non conosciamo la funzione nonostante siano davanti ai nostri occhi.
Numerosi studi cercano di fare luce su ciò che ci circonda, eppure molto spesso riusciamo a comprenderne la vera natura solo dopo molto tempo. E’ successo proprio questo, nel caso di un bacino d’acqua artificiale che si trova nella antica città insulare di Mozia in Sud Italia.
Fino ad oggi, si pensava infatti che questo lago che sorge tra Marsala e Trapani fosse parte di un porto militare. L’isola di Pantaleo, in antichità conosciuta con il nome di Mozia, era infatti un importante punto di scalo per le navi dei Fenici. Ci troviamo in Sicilia: qui, 2500 anni fa, era appunto nato il bacino d’acqua che si riteneva facesse parte del porto.
Ora però, dopo un’approfondita analisi, un team di archeologi coordinato da Lorenzo Nigro del Dipartimento Istituto italiano di studi orientali ha scoperto che in realtà si tratta di una delle più grandi piscine sacre del Mediterraneo.
Piscina sacra: cos’è
La piscina sacra venne aggiunta all’area intorno al 550 a.C., periodo in cui la città di Mozia fu ricostruita dopo un attacco da parte dei Cartaginesi. Il bacino è stato riscoperto negli anni ’20 del 1900, ma finora ci eravamo sbagliati sulla sua funzione.
La nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Antiquity, ha infatti rivelato che in realtà il lago era allineato con le stelle e costituiva il centro di un enorme santuario religioso. Secondo quanto riferito dai ricercatori, “studi precedenti avevano fatto emergere un Tempio di Ba’al sul bordo del Kothon di Mozia, anziché gli edifici portuali previsti“.
Una scoperta davvero inaspettata, che ha dunque spinto a fare ulteriori indagini sul Kothon dal 2010. Così, il professor Nigro e il gruppo di ricerca hanno drenato e scavato il bacino constatando che “è più lungo e largo di una piscina olimpica“. Non poteva quindi essere utilizzato come porto, in quanto non era collegato al mare ma alimentato da sorgenti naturali.
Inoltre, sono stati scoperti altri templi a fianco del Kothon con “steli, altari, offerte votive e un piedistallo al centro del lago che un tempo conteneva una statua di Ba’al“. Tutto ciò ha confermato che si trattasse, dunque, di una piscina sacra “al centro di uno dei più grandi complessi culturali del Mediterraneo preclassico“.