In Parlamento si sta discutendo ormai da diverso tempo di Plastic Tax e Sugar Tax. È arrivato il momento di capire nel dettaglio cosa sono e a che cosa servono questi due nuovi provvedimenti.
Da diverso tempo e, in particolar modo nell’ultimo periodo, il Parlamento italiano sta discutendo sulla possibile approvazione di due nuovi provvedimenti: la Plastic Tax e la Sugar Tax.
Le grandi filiere agroalimentari e gli ambientalisti hanno un pensiero completamente opposto sulla questione dell’entrata in vigore delle due nuove tassazioni. Tuttavia, il governo sembra pendere dalla parte delle aziende, rispetto a quella delle associazioni a difesa dell’ambiente.
Le discussioni nascono per diversi motivi. Sembra difficile riuscire a capire, con precisione, quanto queste norme potrebbero impattare sull’ambiente, sulle industrie e sulla vita delle persone. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
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La Sugar Tax è una tassa pensata per diminuire in maniera notevole il consumo di bibite ricche di zuccheri. In particolare, tutti i drink con aggiunta di anidride carbonica. Ad esempio l’Acqua Tonica, la Red Bull, la Coca Cola, alcuni tipi di succhi di frutta e anche diverse tipologie di bevande alcoliche.
La legge dovrebbe essere applicata attraverso una tassazione, con un importo che varia in base alle quantità di zucchero presenti all’interno delle bibite. La norma è stata ideata grazie ad una lettera scritta da alcuni medici, nutrizionisti e società scientifiche. La richiesta è stata recapitata direttamente al Ministro della Salute.
La ragione di questa azione risiede in una profonda preoccupazione da parte degli esperti dell’alimentazione. Andando sul sito dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ci si è resi conto della grave situazione in cui verte l’Italia.
Con uno dei più alti tassi di obesità, il nostro Paese si colloca al terzo posto in Europa. Stando alle stime, soffrono di questa patologia all’incirca il 30% dei bambini e oltre il 45% degli adulti.
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La Plastic Tax è una tassa ideata per limitare drasticamente la produzione e il consumo di plastica. In particolare di tutti quegli oggetti realizzati con materie plastiche destinati ad essere utilizzati una sola volta: il cosiddetto “monouso“. Parliamo di prodotti altamente inquinanti, dannosi per l’ambiente e, oltretutto, non biodegradabili e in alcun modo riciclabili.
Ad esempio, rientrano in questa categoria, le bottiglie di plastica, le buste come quelle che vengono date nei supermercati o per le consegne d’asporto. Oltre a queste, si includono anche i contenitori delle bevande e dei detersivi, le etichette, e molto altro ancora. La lista è davvero lunga.
Alcune degli oggetti esenti dalla tassazione sono quelli che possono essere riutilizzati. Oppure, quelli legati alla salute come le siringhe o i guanti utilizzati negli ospedali, vantano anch’essi l’esenzione.
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Ad ogni modo, la due misure in questione sono state introdotte allo scopo di difendere l’ambiente e la salute delle persone. Per questa ragione, l’auspicio è quello di vedere le due tassazioni approvate il più presto possibile.
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