La Porta dell’Inferno esiste e la sua storia, appunto, è molto particolare, il che la rende unica e inimitabile. Scopri dove si trova questo luogo affascinante, che da 50 anni brucia costantemente.
I vulcani sono tra gli elementi naturali più affascinanti: crateri ed eruzioni sono meravigliosi da osservare, ma allo stesso tempo così tanto potenti da essere capaci di provocare disastri e danni all’ambiente e alle persone.
Ogni cratere possiede la sua storia che lo rende unico e inimitabile. Noi italiani lo sappiamo bene: Etna e Vesuvio sono un vero e proprio simbolo per le due regioni in cui sorgono, ma anche per il nostro Paese.
Esistono anche crateri con un’origine davvero singolare. Uno tra questi è la cosiddetta “Porta dell’Inferno” che si trova nel deserto di Karakum, a oltre 200 chilometri da Ashagabat (capitale del Turkmenistan). Il suo vero nome è cratere di Darvaza, un luogo misterioso che da 50 anni arde costantemente.
La sua storia, appunto, è molto particolare. Non si tratta, infatti, di una parte di vulcano con lava al suo interno, ma di un buco creato dall’esplosione di una piattaforma di estrazione di gas naturale di proprietà sovietica. Un fatto avvenuto nel 1971 e che ha lasciato, dunque, un segno indelebile sul suolo.
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Un cratere creato dall’uomo
Le fiamme che si trovano all’interno del cratere, il quale si presenta come un cerchio quasi perfetto, sono state appunto conseguenza delle ricerche che i geologi stavano effettuando nel deserto.
Secondo la teoria più accreditata, furono proprio loro a dare fuoco alla piattaforma dopo le perforazioni e il ritrovamento di una miscela di gas potenzialmente pericolosi se introdotti in atmosfera.
All’inizio, i geologi pensavano che le fiamme si sarebbero esaurite nel giro di qualche settimana. Ma così non avvenne: da ben 50 anni bruciano ormai costantemente. Per la prima volta, però, un drone (pilotato da Alessandro Belgioioso, fotografo del Daily Mail) è riuscito a catturare appieno la bellezza del cratere dall’alto.
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Qui, la temperatura può arrivare fino ai 1.000 gradi centigradi. Nonostante ciò, questo elemento creato per incidente dall’uomo è ormai diventato un’attrazione che porta un numero enorme di visitatori in Turkmenistan: dal 2009 sono oltre 50mila le persone che lo hanno raggiunto.
La sua bellezza è innegabile, tuttavia resta il fatto che la sua origine sia ancora una volta da rintracciare nelle attività dell’uomo a danno dell’ambiente. Come si può osservare dalle immagini recentemente scattate, il giacimento di gas naturale è infatti collassato e ha creato questa vera e propria caverna.
Il punto di non ritorno, come era scritto sulla porta dell’inferno nella Divina Commedia di Dante Alighieri, in cui un manifesto recitava: “Lasciate ogni speranza voi ch’entrate”…