Il randagismo è un fenomeno molto complesso e che si differenzia molto da regione e regione e che finisce quasi sempre con un canile. La percentuale di cani e gatti randagi è infatti disomogeneo e trattato in modi differenti dalle autorità locali.
Il problema del randagismo è fortemente legato all’atteggiamento delle persone nei confronti degli animali che si trovano a vagare sul territorio. Di solito di competenza delle Asl, gli animali randagi dovrebbero essere protagonisti di campagne di sterilizzazione.
Purtroppo troppo spesso questo non accade e la riproduzione degli animali in questione avviene in maniera incontrollata, gravando su situazioni già difficoltose. Gli animali randagi sono estremamente a rischio.
Vulnerabili sia per la salute che la sicurezza, ogni animale randagio può costituire un pericolo per se stesso e per le persone. Spesso ci sono stati incidenti stradali causati da persone che, per evitare un animale sulla strada, hanno perso il controllo del mezzo.
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Per randagi si intende soprattutto gli animali che vagano incontrollati, senza esser seguiti da volontari che si occupano della loro salute e della loro nutrizione. Nei paesi del Sud, soprattutto, esistono i cani di quartiere, seguiti e coccolati dalla comunità.
Questi cani hanno cibo, visite dai veterinari e cucce calde per passare la notte, anche se di fatto non hanno un padrone. Il cani liberi, invece, se non perdono la vita per gli stenti e gli incidenti, alla fine vengono portati nei canili.
Come entrare a lavorare in un canile e poter aiutare i randagi
Innanzitutto, uno dei requisiti principali è quello di aver compiuto i 18 anni di età. Non si devono avere pendenze penali e bisogna soprattutto essere dotati di un grande senso di adattabilità.
All’interno dei canili sono presenti soprattutto i cani, ma in alcune zone vengono spesso ospitati anche dei gatti. I lavori sono i più umili, fatti soprattutto di pulizie. Alcuni canili poi danno la possibilità di portare i piccoli ospiti a fare delle passeggiate.
Anche se la soluzione migliore per degli animali da compagnia sarebbe quella di poter avere una famiglia che si prenda cura di loro, anche nei canili, se ben attrezzati e ben tenuti, possono avere una vita dignitosa, anche se è comunque più difficile.
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Anche se i canili possiedono all’interno i dipendenti necessari, c’è sempre la possibilità di entrare come volontari. Una mano d’aiuto è infatti sempre ben accetta, visto il grande lavoro che mantenere un canile efficiente comporta.
Per canili si intendono le strutture che sono sotto il controllo della Asl e del comune di competenza. Esistono, però, molti rifugi privati gestiti solo da volontari, che si prendono la responsabilità di raccogliere i vari randagi e dare loro un posto dove poter stare.
Il loro obiettivo principale è quello di trovare loro una collocazione stabile, in una famiglia che li ami, ma nel frattempo se ne interessano con amore. Diventare un volontario presso i rifugi è sicuramente più semplice, basterà chiedere di poter rendersi utile.