Il nuovo progetto di Enea per riciclare i materiali degli smartphone

Un nuovo progetto di Enea vuole rendere lo smaltimento degli smartphone più sostenibile. Recuperando e riciclando metalli e materiali da questi device.

L’inquinamento prodotto dagli smartphone in disuso è ingente. Sono tante le persone che non lo smaltiscono nel modo corretto, di conseguenza i rifiuti elettronici sono sempre di più.

smartphone materiali
Smartphone, materiali (foto Pixabay)

Gli utenti cambiano il proprio smartphone ormai ogni 2-5 anni, per comprare nuovi modelli o sostituire i telefoni non più efficienti (oppure che sono fuori moda). Non tutti, però, sanno come smaltire il cellulare. Anzitutto, questo non può essere gettato tra i rifiuti comuni in quanto rappresenta un rifiuto speciale.

Gli smartphone, infatti, seguono un percorso apposito per lo smaltimento e dunque devono essere conferiti nelle isole ecologiche. Oppure, può anche essere reso al negozio o all’e-commerce da cui l’avete acquistato: per legge, entrambi sono obbligati al ritiro.

Dal momento che molte persone non sanno effettivamente come smaltire lo smartphone, una grande quantità di essi finisce in posti inadeguati e quindi inquina l’ambiente. Per questo, si auspica che vi siano sempre più progetti che cerchino di recuperarne almeno i materiali più pericolosi.

Come quello presentato da Enea, “Portent“, coordinato dal suo laboratorio “Tecnologie per il Riuso, il Riciclo, il Recupero e la valorizzazione di Rifiuti e Materiali“. Un’iniziativa che ha ricevuto anche un finanziamento della Regione Lazio grazie al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Riciclare i materiali dello smartphone

scheda smartphone
Smartphone, scheda (foto Pixabay)

Il progetto “Portent” vuole appunto recuperare i materiali e i metalli dagli smartphone, per evitare che finiscano nell’ambiente. Molto spesso si tratta di metalli come oro, argento, rame ma anche terre rare, che costituiscono un pericolo per la salute dell’uomo e danneggiano il pianeta attraverso i processi di estrazione.

Come spiega un ricercatore di Enea, spesso gli imprenditori italiani che si occupano di riciclo si fermano solo alle fasi di trattamento e riciclo più semplici. Non trattano dunque il recupero della parte “nobile” del rifiuto, come le schede elettroniche che sono ricche di metalli. Queste operazioni, infatti, vengono demandate alle aziende estere.

Il progetto di Enea vuole invece implementare proprio il processo di recupero dei materiali dai telefonini dismessi, per completare le filiera in Italia. Grazie alle tecnologie a disposizione, sarebbe possibile riciclare oltre il 96% dei dispositivi elettronici: in questo modo si eviterebbe anche di danneggiare il pianeta attraverso l’estrazione di nuovi materiali.

Enea utilizzerà per questo tecnologie idrometallurgiche, che garantiscono bassi consumi energetici. Potrà così contribuire alla crescita dell’economia non solo nazionale ma anche locale. Inoltre, ridurrà l’impatto ambientale di questa tipologia di rifiuti: grazie al recupero dei materiali degli smartphone, diventeranno fonte di materie prime “di seconda mano” per nuovi prodotti tecnologici.

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