Serve un passo decisivo per ridurre la produzione di rifiuti elettronici. Le mosse dell’Unione Europea cambieranno le nostre abitudini… ma non piacciono ad alcune aziende.
Una proposta rivoluzionaria che potrebbe fissare un tassello importante per ridurre in modo significativo i problemi legati allo smaltimento dei rifiuti elettronici causati in larga parte direttamente da errori di sistema e progettazione a monte.
L’Unione Europea vuole affrontare e contribuire a risolvere la questione dei RAEE, che ad oggi vengono smaltiti in apposite isole ecologiche e poi destinati a impianti di trattamento che evitano la dispersione di sostanze inquinanti e permettono di riciclare parte delle materie prime contenute in questi rifiuti.
Nell’ottica di una transizione verde e digitale in tutto il continente europeo, in particolare, l’UE vuole diminuire il numero di caricabatterie utilizzati per i dispositivi elettronici: telefoni cellulari, tablet, ogni device ha ingressi spesso diversi e questo comporta l’acquisto e utilizzo di più caricabatterie.
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Con l’aumento del numero dei dispositivi che ogni giorno utilizziamo cresce anche il numero dei caricabatterie venduti che sono incompatibili o superflui. Di conseguenza, aumentano anche i rifiuti che derivano dal mancato utilizzo di questi oggetti.
“Con la nostra proposta mettiamo fine a questa situazione – ha spiegato il Commissario per il Mercato Interno dell’UE, Thierry Breton – I consumatori europei potranno utilizzare un caricabatteria unico per tutti i dispositivi elettronici portatili: un passo importante per aumentare la comodità e ridurre i rifiuti“.
Una soluzione green
Grazie alla collaborazione con gli operatori del settore, l’UE è riuscita in 10 anni anni a ridurre il numero di caricabatteria per telefoni cellulari da 30 a 3. Il problema resta però ancora evidente, e dopo aver preparato il terreno è arrivato il momento di un ulteriore passo decisivo orientato alla riduzione della produzione di rifiuti elettronici. La Commissione Europea, per questo, ha presentato la proposta normativa per adottare una soluzione di ricarica standardizzata per tutti i dispositivi.
Se fosse accettata la proposta, le porte di ricarica e la tecnologia di ricarica rapida verrebbero armonizzate: le porte USB-C diventerebbero il formato standard per tutti gli smartphone, i tablet, le videocamere, le cuffie, gli altoparlanti portatili e le console portatili per videogiochi. In questo modo, ci sarebbero indubbi vantaggi per il consumatore ma anche per l’ambiente.
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Secondo quanto riportato dalla Commissione Europea, infatti, “le stime indicano che i caricabatteria smaltiti e non utilizzati rappresentano fino a 11.000 tonnellate di rifiuti elettronici ogni anno“.
Non tutti sono d’accordo
Ci sono però alcune aziende che non sono d’accordo con la proposta dell’UE. In particolare il colosso Apple, che come dichiarato dalla stesse azienda “è preoccupata che una rigida regolamentazione, che impone un solo tipo di connettore, soffochi l’innovazione piuttosto che incoraggiarla, un fatto che a sua volta danneggerà i consumatori in Europa e nel mondo”.
La Commissione Europea darebbe alle aziende due anni per effettuare il passaggio alla tecnologia USB-C. Secondo Apple, tuttavia, si tratterebbe di un tempo troppo breve. Lasciando da parte la polemica da parte dell’azienda, resta innegabile il beneficio che questa soluzione porterebbe alla salute del nostro pianeta: almeno per la riduzione parziale del problema legato allo smaltimento dei rifiuti elettronici.
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