L’utilizzo degli animali nel circo è ancora molto diffuso. Sono tante le compagnie che impiegano diverse specie, di fatto selvatiche, sotto il tendone. Ma molti protestano.
Tutti noi pensiamo che tigri, elefanti, serpenti, leoni e tante altre specie selvatiche siano libere di vivere in mezzo alla natura. Eppure, nei circhi questi animali vengono tenuti in cattività: spesso stipati in gabbie e addestrati a ubbidire, a giocare, a fare acrobazie senza tenere conto della loro anima selvaggia.
Si tratta di animali la cui natura viene in un certo senso violata, repressa al fine di rispondere ai comandi dell’uomo. Senza entrare nel merito di uno specifico circo e né dei metodi utilizzati per piegare queste specie al proprio volere, possiamo solo immaginare la grande sofferenza a cui sono costrette.
In Italia, non esiste una legge che vieti l’utilizzo degli animali nel circo. Ma non c’è nemmeno un registro nazionale pubblico dove si possa leggere quante e quali specie vengano impiegate nei vari circhi italiani. Eppure, sempre più persone si esprimono contro l’impiego degli animali sotto il tendone.
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Secondo quanto riportato dall’associazione animalista Lav (Lega Anti Vivisezione), si tratta del 70% degli italiani – percentuale che nel sondaggio Wild Animals in Circuses ha appunto risposto che preferirebbe non venissero impiegati animali nei circhi.
Lav, ancora, stima che attualmente ci sono circa 2.100 animali detenuti in oltre 100 circhi e che i circhi italiani possiedono un numero molto alto di animali provenienti da specie in via di estinzione: tra questi ci sono elefanti, tigri, leoni, ippopotami, rinoceronti.
Protesta degli animalisti ad Asti
A fronte di tutto ciò, nei giorni scorsi ha ripreso l’attività del Circo Alex Medini partendo dalla città di Asti (Piemonte) dopo due anni di stop a causa della pandemia. Durante lo spettacolo della domenica pomeriggio, però, alcune persone hanno strappato i manifesti del circo che erano stati appesi in città.
Il titolare del circo, Alex Medini, ha fatto denuncia ai Carabinieri per quanto accaduto. Allo stesso tempo, sui social si era diffusa la polemica per la presenza dei circensi ad Asti, in particolare per l’utilizzo degli animali sotto il tendone.
Inoltre, gli ambientalisti di Europa Verde Asti avevano annunciato un flash mob in piazza proprio per dire “no” alla presenza dei circhi con animali. L’associazione chiedeva al sindaco di rispettare l’ordinanza comunale che vieta di “utilizzare animali per il pubblico divertimento in contrasto con la normativa vigente“, tuttavia in questa non ci sono riferimenti all’attività dei circhi.
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A livello nazionale, la Legge di riferimento è ancora la n.337 del 1968 (“Disposizioni sui circhi equestri e sullo spettacolo viaggiante“). Ma, come sostiene Lav, “il fatto che gli animali – spesso specie esotiche e in via di estinzione – vengano costretti, in modo anacronistico e primitivo, a fare spettacoli per un pubblico pagante e a vivere in condizioni contrarie alla loro natura, non è finora stato considerato come ragione sufficiente a modernizzarla“.