Un cibo utilizzato dalla parte più povera della popolazione del mondo diventerà invece la nostra salvezza. Ecco come cambierà la nostra alimentazione. Dopo gli insetti, anche i cereali ai quali non avremmo mai pensato.
Siamo in un epoca di forti cambiamenti. Più si cerca di rimediare ad un danno fatto da una parte, più pare se ne facciano dei nuovi da un’altra. Si sono ridimensionati in parte gli allevamenti intensivi, ma sono aumentate le agricolture e i disboscamenti.
Bisognerebbe trovare, per cercare di mettere una pezza che davvero vada a risolvere i danni esistenti senza apportarne di nuovi, delle soluzioni diverse. Probabilmente nuovi modi di intendere anche le agricolture.
Una di queste soluzioni potrebbe, per esempio, cominciare a strizzare l’occhio a prodotti agricoli che sono in grado di vivere e crescere anche in situazioni estreme. In questo modo non ci sarebbe la necessità di disboscare terreni di vitale importanza come i boschi.
Sembra che in parte si cominci a studiare in quale modo utilizzare grandi spazi aperti che non permettono però una vita agevole per l’essere umano e che non siano, nel frattempo, importanti per il nostro ecosistema.
La Nasa pensa che sarà l’alimento che sfamerà la popolazione della terra. È la quinoa ed è un alimento superproteico, senza glutine, con molti punti a suo favore per incrementarne il consumo.
È assolutamente ipocalorico, ricco non solo di proteine ma di minerali come ferro, fosforo, magnesio e zinco. Apporta vitamine specifiche come la C e la D. Contiene inoltre carboidrati e fibre. Quello che si può chiamare un alimento completo.
Appartiene alla stessa famiglia degli spinaci e ha davvero un grosso punto in suo favore, è in grado di crescere in terreni poveri. Diciamo pure in situazioni che si potrebbero tranquillamente definire estreme. La quinoa può crescere nel deserto.
Con l’innalzamento delle temperature si avranno stagioni calde sempre più lunghe e sempre più aride, con tanti problemi non solo per la nostra salute, ma anche per le nostre fonti di sostentamento agricole.
In parte questo problema si sta già verificando. Le nazioni Unite stimano infatti che 41 milioni di persone siano sull’orlo della carestia e che la situazione di sicuro peggiorerà da qui al 2050.
Allora perché non utilizzare spazi come il deserto per produrre cibo? Non solo la quinoa è un cereale che ben si presta a questo tipo di coltura. Insieme a lei anche l’orzo, il miglio perlato, il fagiolo con l’occhio e il sorgo sono adatti a crescere in condizioni avverse.
È dal 1999 che si studia come portare avanti delle coltivazioni che possano sfamare la popolazione. In Medio Oriente e in Africa si stanno già producendo quesi “superfood”. Speriamo che siano davvero il futuro e garantiscano cibo per tutti.
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