Continuano a sorprendere i risultati pubblicati nel report dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, la quale stima che nel 2021, la produzione di energie rinnovabili ha superato del 3% il record del 2020. Basterà, per il futuro?
Non solo più promesse quelle fatte nei confronti di una produzione più consapevole in ambito energetico: nel corso di quest’anno la capacità di produzione di energie rinnovabili è salita alle stelle!
Tutto questo è stato possibile nonostante la crisi pandemica tutt’ora in corso e nonostante l’aumento dei costi per produrre energia tradizionale.
I dati, come spiega il report, sono senz’altro positivi perché già nel 2026 questa stima aumenterà di circa il 60%. Questi dati, però, continuano a non soddisfare gli obiettivi preposti nell’agenda climatica del 2030.
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Come fare, quindi, per sovvertire questa tendenza ed aumentare la possibilità di produrre energia rinnovabile? Chi si trova in vetta alla classifica delle green energies?
Sole, pioggia e vento: i poteri della Terra convertiti in energia domestica
Al primo posto sul podio delle fonti rinnovabili, troviamo l’energia del sole. Quest’ultima, infatti, rappresenta circa la metà di tutta la crescita, seguito dall’eolica e dall’idroelettrica.
Lo scoglio più grande, in grado di permettere a queste energie di soppiantare il modello tradizionale a carbonio risiede nelle politiche pubbliche dei Paesi.
Prendiamo l’esempio della Cina, la quale si configura come modello di aumento delle capacità. Si prevede infatti che il paese, entro il 2026, raggiungerà i 1.200 GigaWatt di capacità produttiva.
Allo stesso tempo, il Paese rimane il maggior produttore di carbonio e, a testimonianza della negligenza dei grandi paesi di fare un passo avanti, alla Cop 26 ha indugiato sulla possibilità di impegnarsi di più.
I buoni esempi: Stati Uniti, Europa ed India alla corsa per un mondo migliore
Spostandoci un po’ più ad ovest, un primato arriva dall’India che, rispetto al periodo che va dal 2015 al 2020, sta riuscendo a creare delle nuove istallazioni per la produzione di energia rinnovabile.
Insieme ai primi due paesi, anche l’Europa e gli Stati Uniti si stanno impegnando per questo obiettivo. Questi quattro paesi insieme costituiranno l’80% dell’espansione delle rinnovabili nel mondo.
Non si tratta certo di una gara, anche perché c’è in gioco non solo la sopravvivenza del pianeta, ma, volendo essere un po’ più materialisti, il continuo aumento del costo della vita. Tutti i benefici legati agli incentivi del fotovoltaico per esempio, potrebbero essere azzerati e tornare ai livelli del 2015.
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Nonostante i dubbi e le perplessità, possiamo comunque asserire che, anche a parere del direttore esecutivo Faith Birol dell’IEA, Agenzia Internazionale dell’Energia, quest’impegno è il segnale che sta emergendo una nuova politica globale.
Parliamo, dunque, di una politica più attenta alle tasche della comunità e alla salute dell’ambiente. Ci auguriamo che si facciano passi in avanti, verso questo obiettivo comune.