Il rinoceronte nero è tra le specie ad altissimo rischio estinzione, a causa del bracconaggio. Pochi giorni fa, il Parco Nazionale del Serengeti ha perso l’esemplare Rajabu.
Ogni anno, tantissimi animali vengono uccisi dai bracconieri. Una caccia spietata, spesso legata a motivazioni economiche che derivano dalla vendita delle parti del corpo degli esemplari di queste specie.
Tra quelle a più alto rischio estinzione c’è il rinoceronte nero. Il suo corno è ritenuto molto prezioso e viene rivenduto come souvenir, o impiegato nella medicina tradizionale orientale. Secondo quanto riportato dal Wwf, nel solo 2019 sono stati uccisi 876 rinoceronti dai bracconieri. Un problema, dunque, ancora molto diffuso.
Per questo, luoghi come i santuari per animali liberi sono fondamentali. Qui, gli esemplari delle specie a rischio possono vivere senza il rischio di venire uccisi. Grazie a queste maggiori tutele, si è anche visto un leggero incremento in alcune sottospecie di rinoceronti neri.
Il rinoceronte nero sud-occidentale è passato da “criticamente minacciato” a “vulnerabile” nella Lista Rossa che prende in considerazione le specie a rischio estinzione. Il rinoceronte nero centro-meridionale, invece, è ancora classificato come “criticamente minacciato“. Quello orientale è nella categoria peggiore, mentre il rinoceronte nero occidentale risulta già estinto in natura.
Non è facile far sì che questa specie possa proliferare, anche a causa delle varie minacce che stanno compromettendo gli habitat di questi animali. Un esemplare che ha lasciato dietro sé una lunga generazione è Faru Rajabu, morto pochi giorni fa a 43 anni.
Morto rinoceronte nero al Serengeti
Rajabu era un rinoceronte nero orientale speciale: il più anziano ma anche il più prolifico di tutta la Tanzania. I rinoceronti neri raggiungono solitamente tra i 35 e i 40 anni d’età, dunque Rajabu aveva già vissuto più della media. Secondo quanto comunicato dal Parco Nazionale del Serengeti, dove viveva, sarebbe morto di vecchiaia.
Aveva vissuto per i suoi primi 14 anni nell’area protetta di Ngorongoro, dopo di che era stato trasferito nel parco. Secondo quanto riferito dal portavoce del Serengeti in un comunicato, Rajabu “lascia molti figli, nipoti e pronipoti“.
Per fortuna non si è trattata di una morte per bracconaggio, dunque, ma resta la tristezza di aver perso un altro esemplare di questa specie a rischio. Il Parco Nazionale del Serengeti è, tra l’altro, uno dei pochi santuari rimasti al mondo per tutelare il rinoceronte nero.
Rispetto a quello bianco, infatti, sarebbe in una situazione più critica. Si auspica dunque che sempre più esemplari possano riuscire a riprodursi, ma anche che possano essere salvaguardati in altre aree del mondo.