La città di Roma sta vivendo attimi di forte tensione. Il rischio di contagio è molto danno. Ecco cosa rischiano i cittadini della capitale
Paura a Roma a causa della peste suina africana. Alcuni casi erano stati registrati tra la provincia di Genova e l’area meridionale del Piemonte. Si tratta del primo caso che gli esperti hanno notato nella capitale italiana, confermato anche da Angelo Ferrari, commissario straordinario per la prevenzione e il contenimento della peste suina africana.
Il commissario straordinario ha parlato di un caso nel parco dell’Insugherata: “Stiamo effettuando alcuni controlli, necessari in questo momento”. La peste suina africana è una malattia che colpisce maiali e cinghiali e può essere letale per gli animali. Quali sono le conseguenze per l’essere umano? Cosa succede se dovessimo consumare carne di animali contagiati dalla peste suina africana? Tra poco scopriremo le risposte a queste domande.
La denuncia di Coldiretti: “Rischio contagio in tutta la regione”
Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, è intervenuto per commentare l’emergenza peste suina africana a Roma: “Le istituzioni dovranno intervenire immediatamente per contenere il contagio tra i cinghiali, molto presenti nella capitale. Stiamo affrontando una grave emergenza sanitaria perché non c’è stata prevenzione. In Italia ci sono 2,3 milioni di cinghiali. C’è il rischio che il contagio si diffonda nel Lazio”.
Questa malattia è molto pericolosa per gli animali, in particolare cinghiali e maiali, ma non per gli esseri umani. L’uomo, infatti, non ha problemi se viene a contatto con animali contagiati. Il consumo di carne è sicuro, non c’è alcun pericolo per la salute dell’uomo in caso di consumo di carni contagiate dalla peste suina africana. Prandini ha espresso grosse preoccupazioni sui problemi causati dai cinghiali agli allevatori.
Secondo il presidente della Coldiretti, il contagio potrebbe diffondersi nella regione Lazio e, nel caso in cui non ci fossero interventi immediati, potrebbe addirittura espandersi alle regioni confinanti. Il settore agroalimentare, già colpito dagli effetti della guerra tra Ucraina e Russia, sta affrontando un’altra grossa problematica, che si aggiunge a quella dell’aumento dei carburanti. Questo settore fattura circa 20 miliardi ogni anno e permette a diversi milioni di italiani di portare uno stipendio a casa.