Dopo la chiusura dei rubinetti del gas russo per Polonia e Bulgaria, la Russia continua ad agire indisturbata ed in completa autonomia rispetto alla gestione dei combustili fossili. Nemmeno le sanzioni, infatti, hanno fermato il presidente Vladimir Putin che ora decide quando e quanto gas mandare in Europa. Ma cosa si prospetta in futuro per noi?
Lo abbiamo già detto diverse volte, eppure repetita iuvant, come dicono i latini. Se da una parte un mondo globalizzato è indice di una società unica e ben affiatata, dall’altra parte questa stretta interdipendenza – se le cose vanno male – porta a picco tutti gli paesi. Non è scetticismo, ma una semplice e naturale conseguenza.
E abbiamo già sperimentato in questi mesi quanto la nostra forte dipendenza dal gas russo ci stia letteralmente costando più del dovuto. L’aumento generalizzato di beni di prima necessità e bollette, infatti, sta vessando tante famiglie italiane che faticano ad arrivare a fine mese. Il tutto mente l’Europa si divide rispetto all’operato del Cremlino.
Se paesi come la Francia, infatti, hanno spinto in questi mesi l’acceleratore – perché meno dipendenti dal gas russo – l’Italia per prima e la Germania hanno sempre frenato una condotta dura contro Putin che avrebbe potuto chiudere i rubinetti del gas, causando una crisi economica ancora più grave di questa. Ma cosa si prospetta in futuro per noi?
Bene, ora quel giorno è arrivato. La Russia, infatti, ha quasi raddoppiato i suoi ricavi dalla vendita di combustibili fossili, proprio grazie alle sanzioni. Beneficiando dell’impennata dei prezzi anche con volumi ridotti, Mosca è riuscita a mantenere alte le sue entrate. Ma soprattutto, ha tenuto alto il proprio potere contrattuale.
E questo grazie anche al doppio conto con la Gazprombank che permetterà all’Europa e agli Stati Uniti di pagare in euro e dollari il gas, pur ricevendo la somma finale in rubli. Insomma, raggirato l’ostacolo, la Russia continua a dettare le regole sui combustili fossili, come ha dimostrato la chiusura dei rubinetti per Polonia e Bulgaria che si sono rifiutate di sottostare al diktat di Putin. E ora tocca anche all’Italia.
L’Eni solo qualche giorno fa aveva un taglio del 15% di forniture di gas. Dal 17 giugno, però, le cose sono cambiate ed in peggio. La Russia, infatti, ha dimezzato le entrate di gas in Italia. La versione ufficiale della Gazprom – la società controllata dal Cremlino – riguarda alcuni problemi alla centrale di Portovaya. Tuttavia, la stessa compagnia non ha perso occasione di incolpare Europa e Stati Uniti per le sanzioni che hanno avuto ricadute importanti sui lavori di riparazione del gasdotto Nord Stream 1.
Se ci siano problematiche reali o meno, una cosa è certa. Putin non si è assolutamente piegato a seguito delle sanzioni e ora ha lanciato la sua controffensiva.
Tra le attività più entusiasmanti e capaci di coinvolgere tutta la famiglia nel tempo libero,…
2Per constatare la freschezza delle uova basta seguire questo semplice trucchetto: in pochi secondi otterrai…
Esistono numerose marche di make up e molte sono disponibili esclusivamente in farmacia o in…
Facile, veloce e buonissima sarà la merenda fatta in casa con due ingredienti. Non ci…
Avere uno sguardo magnetico è un grosso vantaggio con la tua crush, ma se non…
Non ripudiano l'amore, ma questi segni ci mettono davvero tanto ad innamorarsi, e ci sono…