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Bioedilizia e Bioarchitettura

Sapevi che la sabbia sta scomparendo dal mondo? Le conseguenze sono pesanti

Stiamo finendo la sabbia che abbiamo a disposizione, soprattutto per la costruzione degli edifici. Come fermare questo fenomeno, che sta devastando il mondo.

Avreste mai pensato che la sabbia sulla Terra potesse finire? Sembra impossibile, eppure questo fenomeno è sempre più evidente. Una quantità immensa di questo elemento naturale, infatti, viene utilizzato in campo edilizio in particolare per costruire gli edifici.

Foto Pixabay

Ma non solo: sono tantissimi gli oggetti che tutti noi utilizziamo quotidianamente, per cui è necessario l’utilizzo della sabbia. Si tratta di elettrodomestici impensabili come televisori, smartphone, pannelli solari e altri articoli elettrici. Insomma, la sabbia è stata talmente sfruttata nel tempo da essere praticamente diventata irreperibile.

Dal momento che in ambito edile non si può utilizzare la sabbia proveniente dalle spiagge o dai deserti, la prima perché troppo salata e la seconda perché troppo levigata, ci si è cercati di arrangiare prelevando la sabbia dal letto dei fiumi. Un’operazione che, però, può avere un impatto devastante sugli ecosistemi. Per questo motivo è stata vietata in molti Paesi, ma viene ancora praticata in modo illegale.

I numeri dell’utilizzo della sabbia per le costruzioni sono impressionanti: si stimano tra le 40 e le 50 miliardi di tonnellate usate nel mondo ogni anno. Pensate che nel nostro Paese vengono estratti ben 53 milioni di metri cubi di sabbia e ghiaia, proprio per essere usate nella produzione del calcestruzzo.

Un’alternativa alla sabbia

Cosa fare, quindi, per diminuire l’utilizzo della sabbia in questo settore? Una soluzione potrebbe essere quella di provare a sostituirla con altri materiali. Bisogna solo capire quali siano adatti per le costruzioni.

Foto Pixabay

Un’idea, nata da un team anglo-indiano dell’Università di Cambridge nel Regno Unito, potrebbe essere di usare come alternativa alla sabbia…la plastica! Avete capito bene: i rifiuti plastici diventerebbero così un materiale da costruzione, riducendo il proprio peso sull’ambiente e allo stesso tempo aiutando il settore delle costruzioni.

L’unica difficoltà del suo utilizzo è la sua minore capacità di legare con la pasta di cemento. Per cui, calcolando che la sabbia viene utilizzata per realizzare il 25% del calcestruzzo, con questa soluzione si andrebbe a sostituire circa il 10%. Una percentuale comunque non male, se si considerano i benefici per l’ambiente su entrambi i fronti.

Tra l’altro, si aiuterebbero anche molti Paesi a livello economico: la sabbia, data la sua sempre minore reperibilità, ha raggiunto prezzi folli. Con l’alternativa della plastica, si andrebbe quindi a ridurre la percentuale di sabbia e quindi anche ad abbattere i costi.

Tania Gandola

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