A Sidney, tecnologia e scienza si uniscono per aiutare a rigenerare gli ecosistemi: ecco il progetto “Living Seawalls” per il litorale.
Nel mondo, sempre più aree costiere sono soggette a opere invasive realizzate dall’uomo. L’insieme delle zone dove i fondali marini subiscono l’impatto delle costruzioni artificiali, a livello globale, è più esteso di tutta l’area coperta da mangrovie ed erba di mare.
Strutture come dighe marine, pontoni, pilastri dei pontili sono infatti costruiti dall’uomo per diversi scopi come la protezione della battigia, attività ludiche e generazione di energia. Purtroppo, però, non tengono contro della complessità richiesta per mantenere la biodiversità dell’ecosistema marino.
Ecco perché gli scienziati australiani, in particolare di Sidney, hanno pensato ad una soluzione tecnologica innovativa che tuteli l’ambiente: speciali mattonelle stampate in 3D che dall’essere parte del problema diventano la soluzione.
Unendo concetti ecologici ed ingegneristici al design creativo, questi oggetti permettono di far rivivere le aree marine che hanno subito maggiormente l’impatto dell’urbanizzazione. Si tratta di metodi, dunque, che sviluppano sistemi affidabili, adattabili e scalabili, che a loro volta utilizzano strutture utili a implementare l’aspetto ecologico.
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Mattonelle in 3D per il mare
Il progetto si chiama “Living Seawalls” ed è il frutto di oltre 20 anni di ricerca da parte del team australiano. Quest’idea dimostra che unendo i principi economicamente compatibili alle costruzioni nuove ed esistenti, si possono ottenere benefici significativi sulla biodiversità.
Dalla collaborazione tra l’Institute of Marine Science di Sidney e gli scienziati dell’Università del New South Wales e della Macquarie University, sono nate, appunto, le mattonelle stampate in 3D: pannelli esagonali di cemento che imitano l’ecosistema naturale del litorale.
Sono oltre mille i pannelli installati sui muri del porto di Sidney e in pochi mesi sono già stati popolati di vita marina. Dall’Australia, si sono anche diffusi a Singapore, in Galles e a Gibilterra. Il progetto è, tra l’altro, finalista dell’Earthshot Prize, riconoscimento dato dalla Royal Foundation dei reali inglesi William e Kate, rispettivamente duca e duchessa di Cambridge.
Il programma, inoltre, è a disposizione di tutti i ricercatori marini ma anche dei designer industriali. La sua utilità sta nell’aumentare la sostenibilità dei prodotti destinati ad essere inseriti in un ecosistema, per far sì che non danneggino l’ambiente, rispettandone flora e fauna.
Un modo, questo, per sensibilizzare la popolazione mondiale ma anche tutti coloro che possono avere un impatto sul pianeta, dagli scienziati ai creativi, dagli ingegneri agli ecologisti.
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