Gli attivisti di Greenpeace Belgio hanno protestato a causa della deforestazione. Ogni 3 ore scompare una foresta grande quanto Bruxelles.
La crisi ambientale è ormai giunta ad un punto di non ritorno, questo lo sappiamo bene. Bisogna cercare in tutti i modi di non continuare ad affliggere ulteriori danni al Pianeta ma piuttosto, attuare una volta per tutte azioni sensate che non abbiamo impatti negativi sulla Terra.
Non è un obiettivo facile da raggiungere ma almeno ci si dovrebbe provare. Recentemente, presso la sede del Consiglio europeo di Bruxelles si è tenuto un importantissimo incontro tra i ministri dell’Ambiente di tutti i Paesi dell’Unione Europea.
Durante la riunione bisognava discutere l’esito della bozza sulla normativa volta ad eliminare tutti quei prodotti che causano la deforestazione.
Proprio durante quell’occasione gli attivisti di Greenpeace Belgio si sono fatti avanti, hanno scalato la facciata della sede del Consiglio e hanno protestato in prima linea proprio contro la deforestazione.
Con esattezza erano 6 uomini e 6 donne in azione per mostrare i reali effetti che questa problematica ha sull’ambiente mentre il governo è impegnato a discutere. Hanno infatti sottolineato attraverso lo slogan “i ministri parlano le foreste bruciano“, come soltanto durante le prime ore della riunione, oltre 3.300 ettari di foreste sono andate perse.
Un’area che corrisponde ad un’estensione grande quanto della della città di Bruxelles. Se non è spaventoso questo… cosa lo è davvero?
Attivisti in prima linea
L’Unione Europea vuole dare un grande ed importante contributo nella lotta alla deforestazione. Infatti, l’approvazione della normativa di cui hanno discusso sarebbe un immenso passo in avanti.
Tuttavia anche questa legge, come molte altre, presenta notevoli lacune. Si notano infatti inadeguatezze per quanto riguarda la tutela dei diritti umani e per quella degli ecosistemi. Sembrano esserci omissioni dagli obblighi per il settore finanziario.
E ancora più grave è la mancanza di una lista di tutti quei prodotti responsabili di arrecare gravi impatti sulle foreste. Tra questi c’è ad esempio la gomma, il mais, la carne di maiale o quella di pollo. Queste, e molte altre, sono le motivazioni che hanno spinto gli attivisti a scendere in piazza per far sentire la loro voce.
Attivisti contro leggi poco coerenti
Il 28 Giugno 2022 , i ministri dell’Ambiente appartenenti ai vari Stati membri dell’Unione Europea, dovranno nuovamente incontrarsi per definire la loro posizione riguardo al normativa.
L’11 Luglio invece, toccherà al Parlamento europeo esprimere la sua opinione annunciando il voto decisivo.
Gli attivisti hanno manifestato il loro dissenso e la loro rabbia poiché sembra che i governi e le aziende stiano facendo di tutto per cercare scappatoie. Sembra sia più importante trovare il modo di raggirare il sistema piuttosto che prendersene cura.
Martina Borghi, campagna foreste di Greenpeace Italia, ha dichiarato:
“Ci sono multinazionali e governi che stanno facendo di tutto per annacquare questa normativa. Per esempio, nonostante gli impegni presi durante l’ultimo vertice mondiale sul clima (Cop26) per accelerare laprotezione delle foreste, quattro delle più grandi aziende agroalimentari del mondo (Bunge, Cargill, ADM e Viterra) stanno cercando delle scappatoie per aggirare l’obbligo di tracciabilità di prodotti e materie prime.“
Una situazione tragica
La situazione attuale sappiamo bene quanto sia tragica ma in molti dimenticano ciò che è accaduto e sta accadendo tutt’ora. I dati però sono chiari e a quelli non possiamo sfuggire in alcun modo.
Basti pensare che soltanto tra il 2015 e il 2020 circa 50 milioni di ettari di foreste in tutto il mondo sono scomparse. Si parla di un’area grande quanto un campo da calcio che viene spazzata via all’incirca ogni due secondi.
Tutto ciò avviene in particolar modo a causa dell’espansione dell’agricoltura industriale che non lascia spazio a mezzi termini.
Ciò che gli attivisti stanno tentando di ottenere è una revisione delle leggi. Questo affinché possano essere colmate quelle lacune normative che indeboliscono il funzionamento della legge stessa, dando modo a chiunque di adottare scappatoie.