Le nostre abitudini in fatto di abbigliamento hanno un impatto significativo sull’ambiente. Per provare a ridurre lo spreco nasce l’iniziativa “Second Hand September”.
Imparare a dire “no” allo spreco è fondamentale anche se parliamo del nostro abbigliamento. Sono troppi, infatti, i vestiti che vengono gettati tra i rifiuti ma potrebbero avere una nuova vita o essere indossati perché ancora in buono stato.
La società consumistica in cui viviamo ci ha purtroppo indottrinato, anche attraverso le pubblicità che ci bombardano quotidianamente, a comprare più abiti di quelli di cui realmente avremmo bisogno. E questo non fa bene all’ambiente.
Quante volte, d’altronde, avete guardato il vostro armadio e pensato: “non ho nulla da mettermi“? In realtà, spesso non ci rendiamo conto che i nostri ripiani sono pieni di indumenti e che, nella maggior parte dei casi, li indossiamo poco e non ne rispettiamo il ciclo di vita. Spesso compriamo un capo d’abbigliamento nuovo e, per fargli posto in casa, ci liberiamo di quelli che magari sono fuori moda o non ci piacciono più come quando li avevamo acquistati.
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Questa tendenza è sempre più diffusa, anche grazie alle tantissime catene di fast fashion che ci permettono di rifare il guardaroba a prezzi stracciati, ma è necessario combatterla per fermare il circolo vizioso che caratterizza l’industria della moda.
Per far fronte a queste problematiche, l’ente di beneficenza britannico Oxfam ha scelto di promuovere l’iniziativa “Second Hand September“: per tutto il mese di settembre, si invitano i consumatori a non acquistare capi d’abbigliamento o accessori nuovi ma solo di seconda mano e se strettamente necessario.
Secondo quanto riportato dalla stessa Oxfam, “la vita media di un capo di abbigliamento è di 3,3 anni“. Inoltre “ogni anno nel Regno Unito vengono inviate in discarica 336 mila tonnellate di indumenti usati“. Numeri impressionanti che fanno ben comprendere perché è necessario sensibilizzare i consumatori all’acquisto di capi di seconda mano. Spiega infatti Oxfam:
“Crediamo nella protezione del nostro Pianeta e nell’aiutare le persone a combattere la povertà nel mondo. Dare ai capi d’abbigliamento una vita più lunga per ridurre lo spreco è un modo per contribuire“.
Attraverso l’acquisto di abiti di seconda mano e la donazione dei vecchi indumenti, si dà loro una nuova vita e si aiuta a combattere l’impatto negativo del fast fashion sull’ambiente. Se vogliamo comprare altri capi, possiamo scegliere di riciclare quelli che già ci sono nel nostro armadio e non possiamo più mettere.
“Il 95% dei tessuti buttati potrebbe essere utilizzato o riciclato – aggiungono infatti da Oxfam – Quando gli indumenti hanno terminato la loro vita nel tuo armadio, dagli una rinnovata voglia di vivere”.
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La campagna di Oxfam vuole sensibilizzare dunque i consumatori affinché siano più consapevoli del proprio impatto sull’ambiente, nel momento in cui scelgono di acquistare un nuovo capo d’abbigliamento.
Questo è valido non solo per il mese di settembre: le nostre abitudini d’acquisto, per essere realmente sostenibili, dovrebbero cambiare in meglio tutto l’anno. Ad ogni modo, prendere anche per un solo mese l’impegno di non acquistare abiti nuovi può essere un modo molto utile per renderci conto di quanto l’industria della moda inquini il nostro pianeta e per diffondere il messaggio a quanti più conoscenti possibile.
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