Il “signore degli anelli” del cielo sta affrontando un cambiamento che lo renderà diverso da come lo abbiamo sempre conosciuto. Questo a dimostrazione che tutto è mobile e mutevole e niente rimane uguale, e lo spazio non fa differenza.
L’Universo è costellato da un numero infinito di stelle e pianeti. Il nostro è solo uno tra quelli che fanno parte del famoso “Universo conosciuto“, la parte cioè a noi visibile, ma tanto basta per aver da osservare e studiare per molte vite a venire.
I pianeti che conosciamo hanno tutti delle particolarità che li rendono unici nel loro genere. Giove per esempio è composto per tre quarti di idrogeno liquido. Mercurio ha una temperatura altissima che può arrivare a 420 gradi a causa della sua vicinanza con il sole.
Poi c’è Saturno. È il terzo pianeta del nostro sistema solare in grandezza e assomiglia a Giove per molti aspetti. Quasi tutti conoscono Saturno grazie ai magnifici anelli che lo contraddistinguono.
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Anche Saturno è un pianeta gassoso ed è il più leggero tra quelli conosciuti. Ha addirittura una densità inferiore a quella dell’acqua. A differenza degli altri pianeti e proprio a causa della sua bassa consistenza, ha una forma schiacciata e non perfettamente sferica.
Conosciuto anche come, appunto, il “signore degli anelli“, Saturno cambierà in futuro il suo aspetto, smettendo di essere il pianeta che tutti conosciamo. Vediamo insieme come e perché.
Il primo uomo della storia a riuscire ad osservare gli anelli di Saturno fu Galileo Galilei, all’inizio del 1600, anche se poi a classificarlo non fu lui, ma fu Christian Huygens nel 1655, un matematico ed astronomo olandese.
Gli anelli di Saturno sono composti da milioni di piccoli oggetti ghiacciati che orbitano attorno al pianeta esattamente sul suo piano equatoriale e insieme formano un anello del tutto piatto.
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Proprio questi anelli, che hanno reso famoso il pianeta distinguendolo da tutti gli altri, sono però destinati a sparire. Non adesso fortunatamente, si stima però che tra 100 milioni di anni il pianeta si presenterà, a chi lo osserverà, completamente spoglio.
Il fenomeno di erosione degli anelli di Saturno è conosciuta sin dal 1980, quando una missione della Nasa, la Voyagers, scoprì che negli anelli vi erano delle misteriose parti scure. Gli studiosi stimarono la loro scomparsa nel giro di circa 300 milioni di anni.
Di sicuro quello che non ci si aspettava è che le tempistiche fossero sovrastimate. Le collisioni con piccoli asteroidi e i raggi ultravioletti che giornalmente si scontrano con gli anelli vaporizzano e le molecole degli anelli che, semplicemente, scompaiono.
Anche se sicuramente noi non saremo li per osservare il fenomeno, l’dea che Saturno non sarà più lo stesso ci fa capire quanto siamo piccoli innanzi alle grandi trasformazioni che ci circondano. Anche se noi non rendiamo conto.
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