Conosciamo tutti i mille miti sui rimedi contro il singhiozzo. Vediamo intanto di capirne le cause, come evitare che ci venga e quando dobbiamo ritenerlo un qualche sintomo che nasconde altri problemi.
Trattenere il respiro, trattenere l’acqua in bocca e poi mandarla giù in un sol colpo, trattenere il fiato mentre si beve a piccoli sorsi, solletico, spaventi, cerca di starnutire, provare a sbadigliare. Sicuramente ce ne saranno altri mille.
Per far passare il singhiozzo esistono tanti metodi, e quasi tutti sono inutili. Ce li ha insegnati la mamma, alla quale li aveva insegnati la nonna, che li aveva imparati dalla sua mamma, che al mercato mio padre comprò. Tramandati oralmente per anni e anni.
Sappiamo tutti che è sicuramente un fenomeno davvero fastidioso. Anche perché una volta arrivato, mandarlo via è appunto difficile. Ecco perché si sono creati diversi falsi miti per cercare di curarlo nell’immediato.
Bisognerebbe però prima di tutto capire di cosa si tratta, come cercare di evitarlo e quando davvero dobbiamo cominciare a preoccuparci. Si perché il singhiozzo potrebbe anche essere un segnale di ben altri problemi.
Il singhiozzo, i giusti rimedi e quando preoccuparsi
Il singhiozzo altro non è che una serie di contrazioni involontarie, ripetute, del muscolo del diaframma. Questo si contrae durante l’inspirazione e si distende quando invece avviene l’espirazione. Tutti viene scatenato da un’irritazione del nervo frenico.
La sua presenza di solito è scatenata da fattori ben precisi. Passare dal caldo al freddo, bere qualcosa di troppo caldo o di troppo freddo, mangiare molto velocemente, bere molte bevande alcoliche. Addirittura in situazioni di forte emotività come un grande disagio.
Non ci si deve preoccupare del singhiozzo, di solito arriva e passa da solo senza fare proprio nulla. Nel caso però dovesse persistere in modo particolare senza lasciarci tregua potrebbe essere il campanello d’allarme di ben altre patologie.
Potrebbe infatti essere sintomo di pericardite, di gastrite, di reflusso, di disturbi dell’apparato digerente. Potrebbe addirittura rappresentare il sintomo di un’occlusione di qualche vaso sanguigno. In questo caso quindi rivolgersi assolutamente al proprio medico.
Se vogliamo provare uno dei vari rimedi conosciuti, è bene sapere che già più di 2 mila anni fa si utilizzava uno dei metodi più efficaci. Respirare a fondo e trattenere il fiato per 20 secondi e poi rilasciare piano l’aria. In questo modo il diaframma smette di contrarsi.