E’ accaduto nelle acque del Sud dell’Australia. Uno squalo bianco é stato immortalato in più scatti eclatanti. Le immagini scioccanti delle sue ferite hanno fatto il giro del web. Scopriamo, insieme, cosa é successo.
E’ grazie al direttore della fotografia submarina, Dean Spraakman, che oggi disponiamo di incredibili scatti riguardanti l’accattivante squalo bianco. Ci troviamo in una delle più comuni destinazioni scelte dai sub per le immersioni: le isole Nettuno, in Australia.
La profondità che si può incontrare, sul lato sud-ovest, raggiunge i 95 metri, ed é proprio in questi fondali segreti che nuotano, beatamente, foche, leoni marini e.. squali bianchi!
Ebbene, queste isole sono proprio note per essere vere e proprie culle di squali, nonostante risulti estremamente difficile trovare uno squalo bianco.
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Lo squalo più ferito al mondo: graffi e cicatrici… ovunque!
Possiamo soltanto immaginare l’emozione del fotografo Spraakman durante la ripresa di tali e forti immagini. “Osservavo attentamente lo squalo, rapito dalla sua estrema tranquillità” ha commentato il direttore della fotografia – “Eppure, non sembrava mostrare alcun segno di dolore, nonostante le ferite fossero immense e le cicatrici apparissero recenti. ”
Le immagini dei graffi e delle profonde ferite hanno fatto il giro del web, dove i commenti hanno dimostrato enorme preoccupazione e sfogo in merito alla motivazione di tali segni sul corpo dello squalo.
Qual é la verità? Le ipotesi avanzate
Numerose le persone che si sono domandate, appunto, perché lo squalo bianco avesse subito tali abrasioni sul suo corpo. Purtroppo, non si possiede la verità in tasca, ma diverse ipotesi possono avvicinarsi a quest’ultima.
La supposizione di Spraakman sembra avere riscontro nella realtà: probabilmente, lo squalo bianco é rimasto intrappolato in qualche rete o semplicemente incastrato, per un po’, nell’elica di una grande barca.
Questo ha fatto sì che le ferite risultassero numerose e continue, rispetto al resto del suo corpo; ripetute e costanti, dunque, secondo il ciclo solito dell’elica.
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Non é mancato, infine, il punto di vista del professore ed esploratore del National Geographic, Yannis Papastamatiou, il quale ha voluto indagare oltre le ipotesi comuni, per offrire una risposta quasi più avvincente.
Chi non ci dice che il nostro affezionato squalo bianco non si sia avventurato in qualche sfida con altri squali? Inoltre, alcune delle cicatrici presenti sul corpo dello squalo, potrebbero aver preso forma da attachi e prese disperate come quelle che caratterizzano le foche o leoni marini, per esempio.
Ancora, c’è chi sostiene che la causa di tali segni violenti sia derivata dallo scontro con la barriera corallina, composta, per l’appunto, da formazioni rocciose inevitabilmente fastidiose al tatto.
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Rimane il fatto che, a prescindere da dove si nasconda la verità, é sempre molto sofferente, per l’occhio umano, subire visioni così crude nei confronti di animali che, sempre più, rischiano l’estinzione nel nostro Pianeta. Animali contornati da inaudita bellezza, oltre alla paura iniziale, e che soffrono esattamente come soffriamo noi.
Pertanto cerchiamo di non perdere mai la sensibilità che tanto ci avvicina a queste splendide esistenze della natura.