Alcuni Paesi hanno scelto di vietare i prodotti solari che danneggiano l’ambiente. Un nuovo stato li mette al bando per proteggere l’ambiente e la barriera corallina.
I prodotti che utilizziamo per proteggerci, in spiaggia, potrebbero in realtà essere dannosi per la nostra salute e quella dell’ambiente. Se vi state chiedendo “La crema solare fa male?“, studi hanno dimostrato che i filtri solari che contengono determinati ingredienti avrebbero un impatto negativo su di noi e sull’ecosistema marino.
Per quanto riguarda la salute del mare, in particolare, l’ossibenzone sarebbe letale per le barriere coralline: interromperebbe la crescita del corallo, danneggiandone il DNA, e dunque lo ucciderebbe. Ma non solo, i componenti chimici presenti nei prodotti per proteggerci dal sole avrebbero effetti anche su alghe, molluschi, ricci di mare, pesci e delfini.
Per evitare che le creme solari distruggano la fauna marina, alcuni Paesi sono corsi ai ripari. In particolare, si tratta di nazioni molto interessate dal turismo: mete internazionali che ogni anno vengono letteralmente invase dai visitatori e che, dunque, sono state costrette a intervenire per salvaguardare l’ecosistema marino.
Il governo della Thailandia, destinazione sempre più presa d’assalto dai turisti italiani e non solo, ha dovuto prendere una decisione drastica ma che può essere d’esempio per tanti altri Paesi. Per proteggere la natura dai danni provocati dal turismo di massa, la Thailandia ha infatti scelto di vietare nei parchi marini le creme solari che contengono sostanze chimiche nocive.
In particolare, il Thai Department of National Parks, Wildlife and Plant Conservation ha analizzato i componenti che danneggiano le barriere coralline e ne provocherebbero lo sbiancamento. Si tratta principalmente dell’ossibenzone e l’ottinoxato che, nonostante forniscano una protezione per la nostra pelle, sono nocive per l’ecosistema marino. Le sostanze nocive messe al bando comprendono però anche metilbenzildiene e butylparabene.
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L’idea del governo thailandese non è però nuova: già le Hawaii e l’Isola di Palau hanno scelto di adottare misure simili per tutelare il fragile e ecosistema marino, rispettivamente dal 2021 e dal 2020. Ma anche le Antille e alcuni parchi del Messico. Queste località si configurano così come precursori di un movimento ben preciso volto a salvare l’ambiente, che speriamo possa avere seguito in tutto il mondo.
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