Ritrovati a Fiumicino oltre 6 quintali di pesci morti: una vera e propria strage nel fiume Tevere. Secondo WWF Roma, la colpa è anche delle sostanze chimiche.
Una moria di pesci che lascia senza parole, ma con tanto amaro in bocca. A Fiumicino, nella sola giornata di lunedì 30 agosto, 6 quintali di carcasse sono state estratte dal Tevere dopo essersi riversate sul litorale trasportate dalla corrente del fiume.
Centinaia di pesci che sono venuti a galla dopo il maltempo che nei giorni scorsi ha colpito Roma, ma il fenomeno si era già verificato a luglio e dunque Arpa Lazio è stata incaricata insieme all’Asl di svolgere tutte le analisi del caso per comprenderne le cause.
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L’intervento di rimozione dei pesci senza vita è stato realizzato dalla polizia locale di Roma, dall’autorità portuale e dalla Capitaneria di porto. Le carcasse sono state poi indirizzate allo smaltimento, realizzato da Cogea insieme al personale della protezione civile. Inoltre, sono state effettuate le operazioni di bonifica della darsena di Fiumicino: l’intervento è servito anzitutto a scongiurare problemi di salute pubblica.
WWF Roma: colpa dei veleni nelle campagne
Ma da cosa potrebbe essere stata provocata una tale strage di pesce? Secondo il WWF Roma e Area Metropolitana, i cui attivisti si sono recati sulle banchine del Tevere nel centro della città già alle prime segnalazioni dei giorni scorsi per riscontrare l’entità della moria dei pesci, la colpa sarebbe dei veleni che inquinano le campagne.
Il presidente della sezione romana dell’associazione, Raniero Maggini, ha infatti dichiarato: “Ci risiamo. Non è infrequente infatti che con le piogge di fine estate si registri la moria di pesci lungo il Tevere, certamente favorita dalle tante sostanze chimiche utilizzate nelle nostre campagne e che con i temporali vengono portate a valle concentrandosi nei nostri fiumi“.
E ha aggiunto: “Stiamo avvelenando il nostro territorio, il cibo che portiamo sulle nostre tavole ed avveleniamo i nostri fiumi, come dimostrano le evidenze delle ultime ore“.
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La questione è stata anche evidenziata da Carlo Aprile, Vice Presidente del WWF Roma e Area Metropolitana e Coordinatore del Nucleo di Roma della Guardie Giurate WWF.
“Le risultanze dalle analisi chimiche condotte sulle acque sul Tevere da parte dell’ARPA Lazio nel recente passato hanno evidenziato la presenza di fitofarmaci ormai vietati dalla legge, in considerazione dei gravi rischi alla salute che possono generarsi a danno delle persone e dell’ambiente. Il WWF chiede dunque con urgenza maggiori controlli e verifiche approfondite“.