Originario della Cina, il tè è una delle bevande più diffuse al mondo. Scoperta per caso, altro non è che un infuso di foglie di Camellia Sinensis. Vediamo insieme la sua storia e chi sono i più grandi coltivatori e fruitori.
Secondo una leggenda cinese, fu l’imperatore Shen Nung, nel 2737 a.C., a scoprire per caso la famosa bevanda. Mentre stava sorseggiando dell’acqua bollente seduto sotto una pianta di Camellia, qualche foglia cadde all’interno della tazza.
Esperto di botanica, sapendo che non era velenosa, decise di bere comunque. Il gusto e la sensazione rinvigorente della bevanda lo stupirono così tanto, che ordino che si piantasse della Camellia in tutta la Cina.
A parte il chiedersi perché un imperatore cinese dovesse sorseggiare dell’acqua bollente, la scoperta del tè ha creato tradizioni in tantissimi paesi del mondo, non solo in Cina. Un chiaro esempio è quello dell’ora del tè londinese.
La famosa bevanda era preparata ovviamente in modo nettamente differente da come la prepariamo noi adesso. Bustine con i filtrini contenenti le foglie essiccate non ne esistevano.
All’infuso si aggiungevano inoltre sale, chiodi di garofano, menta, addirittura cipolla. Diciamo che i gusti erano assolutamente differenti da quelli di oggi. Solo sotto la dinastia Ming, intorno al 1400, arrivo il tè rosso (il nostro tè nero) che venne essiccato e commercializzato.
Mentre qui in Italia si vive con la convinzione che il caffè sia la bevanda migliore esistente, il resto del mondo ci va contro elevando il tè a bevanda preferita. Questo dal 17° secolo circa, quando cominciò a diffondersi arrivando anche nel Regno Unito.
Da allora è stato un continuo allargarsi a macchia d’olio verso il resto del mondo. In madre patria vince assolutamente a mani basse, con un consumo di circa 70 miliardi di litri di tè caldo e 15 miliardi di quello freddo, ma anche in altri paesi ha largamente preso piede.
Il secondo consumatore al mondo è l’India, che vede un consumo annuale di circa 27 miliardi di litri. Seguono la Russia con 26 miliardi, il Pakistan con quasi 20 miliardi e l’Egitto con i suoi 16. Il Regno Unito si posiziona all’ottavo posto.
È sicuramente da prendere in considerazione il numero di abitanti diverso da paese a paese, ma rimangono comunque cifre davvero molto alte. Questo a prova di un apprezzamento generale della bevanda.
La versatilità che contraddistingue questa bevanda, che può essere consumata calda o fredda in molti momenti diversi della giornata, e il fatto che sia anche salutare, agendo addirittura come prevenzione su alcuni tumori, la vede in cima alle preferenze di molti consumatori.
Per quanto riguarda i maggiori coltivatori, la Cina rimane la più grande produttrice di tè sul pianeta, con i suoi 2.473.443 tonnellate di prodotto annuali. Da sola copre circa il 35% di tutto il tè prodotto nel mondo. La seguono India, Kenia e SriLanka.
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