A causa delle forti piogge, le inondazioni hanno manifestato tutta la loro violenza: ci sono già morti e 50mila sfollati, con alto rischio di contagio da Covid.
La peggiore alluvione degli ultimi anni: così è stata definita la serie di inondazioni che ha colpito la Malesia negli ultimi giorni. Un fenomeno che certamente non è nuovo per il Paese, ma che ha avuto una portata talmente estrema da creare una situazione di emergenza.
Solitamente, infatti, i monsoni interessano il Paese tra i mesi di novembre e febbraio. La quantità di pioggia caduta nel mese di dicembre però, in soli due giorni, è al di fuori del normale. Infatti, il Primo Ministro Ismail Sabri Yaakob ha fatto sapere che tra venerdì e sabato scorsi è caduta la quantità di acqua che di solito ci si aspetta in un mese.
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In particolare sono stati fortemente colpiti gli Stati del Pahang e del Selangor. Qui, la popolazione è stata costretta a lasciare le proprie case dopo tre giorni di pioggia incessante. Sono stati parzialmente sommersi, infatti, città e villaggi di ben 8 su 13 stati e territori federati malesi.
Per il momento il bilancio sarebbe di una decina di morti e 50mila sfollati. Inoltre, dal momento che la popolazione rimasta senza dimora si è riunita in rifugi provvisori, è molto alto il rischio di contagio da coronavirus. Il numero di casi di Covid nel Paese potrebbe quindi subire un’impennata nelle prossime settimane, con conseguenti disagi per la popolazione.
Soccorsi in ritardo
A subire i danni maggiori delle inondazioni, quindi, sono state strade, edifici e case nelle regioni occidentali del paese, dove sono state interrotte molte reti di trasporti pubblici e dove sono ancora impegnati i soccorsi.
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Lunedì, dopo tre giorni di piogge che non hanno lasciato scampo ai cittadini, le precipitazioni sono calate e così alcuni hanno potuto fare ritorno alle proprie abitazioni ma moltissimi altri sono appunto stipati in rifugi di fortuna.
Il governo malese stanzierà circa 100 milioni di ringgit (circa 20 milioni di euro) per riparare gli edifici e le infrastrutture danneggiate dalle inondazioni, in modo tale da aiutare la popolazione a ricostruire case e strade. Al momento, nel Paese lo scenario è quello della devastazione: le immagini che giungono, infatti, sono quasi apocalittiche.
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Il governo centrale, però, secondo molti si sarebbe attivato in ritardo (senza diramare un’allerta per tempo) e quindi i soccorsi sarebbero arrivati tardi rispetto alle reali necessità della popolazione, secondo quanto riferito dalla Bbc che ha anche riportato di polemiche online con l’hashtag #kerajaanpembunuh (governo assassino).