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Trasformare il deserto in un’oasi gigantesca grazie ad un robot

E se nel deserto i famosi “miraggi” non si presentassero più? Se potesse un giorno diventare un gigantesco giardino? Ecco il progetto, e il sogno, di un giovane inventore di Dubai.

Il cambiamento climatico è un fenomeno che rischia di distruggere il Pianeta così come lo conosciamo. Da qualche decennio si cerca di mettere in guardia la popolazione mondiale in merito a questo problema, ma solo ultimamente è stato preso in seria considerazione.

E se il deserto potesse diventare un giorno un immenso giardino? (fonte pixabay)

Il disboscamento, oltre ad essere la seconda causa del riscaldamento globale, è collegato a diversi altri problemi in modo diretto, come l’aumento di Co2 nell’aria. Ne provoca infatti i 24 % delle emissioni.

Senza contare, ovviamente, la perdita delle biodiversità, le frane collegate alla mancanza di alberi, l’intensificazione dell’effetto serra. Le cause della deforestazione sono diverse e vanno dagli incendi, alla necessità di spazio per le colture intensive (sopratutto di soia).

Uno studio giapponese ha portato in evidenza come, a causa del consumo di alcuni cibi come il manzo, la soia, il cioccolato e il caffè, in un anno ogni singolo uomo che abita nei paesi del G7 è causa dell’abbattimento di almeno 4 alberi.

Il robot che pianta i semi nel deserto

A’seedbot è il robot che si sta impegnando a piantare semi nel deserto (fonte Instagram Maz Etehadi)

Ed è proprio per cercare una soluzione al problema della desertificazione, del disboscamento e dei collegati cambiamenti climatici, che Mazyar Etehadi, per il suo progetto di laurea al Dubai Institute of Design and Innovation, ha avuto un idea geniale.

Ha dato vita ad A’seedbot. Un piccolo e moderno wall-e che viaggia nel deserto e con il suo corpo pianta dei semi. In questo modo si spera di poter far diventare le zone desertiche dei veri e propri paesaggi verdi.

A’seedbot è munito di pannelli solari che lo rendono completamente indipendente. Di giorno si ricarica e la notte lavora e viaggia. Sulla parte anteriore del corpo è munito si speciali pagaie, come dei piedi, che lo aiutano a spostarsi sulla sabbia in modo agevole.

Il piccolo robottino ha delle pagaie che lo aiutano a muoversi agevolmente sulla sabbia (fonte Instagram Maz Etehadi)

La parte posteriore invece viene utilizzata per piantare i semi. Questi però non vengono messi in zone a caso. Il robot è anche munito di speciali sensori che lo aiutano ad individuare le zone più umide.

La speranza è quella di riuscire a recuperare la complessa situazione ecologica in cui la Terra versa, e che non lascia presagire dei rosei futuri per nessuno. Noi speriamo davvero che questo robottino rappresenti quindi la luce di una nuova era.

Tiziana Spano

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