Uno studio ha specificato una cosa incredibile legata al turismo. È vietato farlo, ma tutti continuano ad avere un atteggiamento negativo in merito.
Alla fine del secolo scorso in molti hanno sottolineato come il turismo possa essere considerata “l’industria senza fumo“. A ben vedere con una proiezione ad oggi questa era un’affermazione totalmente sbagliata. Infatti i viaggi turistici sono responsabili oggi dei una gran parte delle emissioni di Co2 nell’atmosfera. Oggi viene anche evidenziato come i principali generatori di rifiuti sulle rive del Mar Mediterraneo siano proprio i turisti.
A stabilirlo è stato uno studio dell’ICTA-UAB (Istituto di scienze e tecnologie ambientali dell’Università autonoma di Barcellona). Pare addirittura che l’80% della spazzatura che troviamo sulle spiagge sia generata proprio dai turisti.
A quanto pare anche se vietato abbandonare i rifiuti sulle spiagge in molti lo fanno!
I rifiuti sulle spiagge
Lo studio menzionato ha analizzato otto isole del Mar Mediterraneo effettuando un monitoraggio per circa quattro anni. Sono state selezionate tra queste: Maiorca (Spagna), Sicilia (Italia), Rab (Croazia), Malta (Malta), Creta, Mykonos e Rodi (Grecia) e Cipro.
Va specificato che prima della pandemia da Coronavirus, in queste isole la popolazione si moltiplicava di venti volte nell’alta stagione.
Gli studiosi si sono soffermati su tre tipologie di spiagge di diverso afflusso turistico in ogni isola: una molto frequentata da turisti, una solo da gente del posto e una remota.
I ricercatori hanno analizzato i rifiuti marini e cioe’ “qualsiasi materiale solido persistente, fabbricato o lavorato scartato, smaltito o abbandonato nell’ambiente marino costiero”.
A seguito del monitoraggio la quantità e il tipo di rifiuti rintracciati sono stati caratterizzati in 147 studi condotti durante i periodi di l’alta e la bassa stagione turistica del 2017. Questo studio si è poi concentrato su 24 spiagge delle otto isole menzionate.
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Il grande cestino generato dai turisti
Da questo studio è emerso che la maggior parte dei rifiuti si trova sulle spiagge più famose durante i periodi di alta stagione, con una densità di 330 oggetti ogni 1000 metri quadrati di spiaggia. Si parla di un rilievo 5.7 volte maggiore rispetto a quello effettuato bassa stagione.
Per fare un esempio concreto possiamo immaginare di camminare su queste spiagge e trovare un rifiuto ogni tre passi fatti.
Viene stabilito come il 65% dei rifiuti accumulati sulle spiagge è costituito soprattutto da mozziconi di sigarette, lattine di bibite e cannucce.
Sono state trovate anche delle microplastiche di varie dimensioni. Si parla di oggetti abbandonati che vengono frammentati dall’effetto della radiazione solare o dal traffico dei visitatori e dall’attrito con la sabbia.
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Verso un turismo sostenibile
Preoccupa moltissimo il fatto che si parli di 40 milioni di rifiuti al giorno quantificabili durante l’alta stagione turistica tra luglio e agosto.
C’è però la possibilità anche di ben sperare visto che nel 2019 si è registrata una diminuzione del 50% dei rifiuti legati al turismo e non a causa del Covid visto che si tratta dell’anno precedente all’esplosione della pandemia
Ciò è avvenuto dopo l’attuazione di campagne scientifiche ed educative sul problema.
Cercando di trovare qualcosa di positivo in questo periodo molto complicato che stiamo attraversando a causa della emergenza sanitaria potremmo auspicare che lo stop abbia fatto riflettere e lavorare il comparto del turismo per convertire il sistema con approccio maggiormente sostenibile.