Potrebbe sembrare a prima vista un gesto innocuo, eppure ha delle conseguenze importanti sulla tua casa e sull’ambiente. Si tratta di una vera e propria cattiva abitudine difficile da estirpare. Eppure, sarebbe meglio su mettessi all’istante; ecco perché.
La maggior parte delle azioni che compiamo durante una giornata, soprattutto se ripetute nel corso del tempo, assumono così tanto un meccanismo di automatismo, da non pensare più se quello che stiamo facendo, alla fine, sia giusto o sbagliato. Insomma, lo si fa e basta senza porsi troppe domande.
A lungo andare però, queste azioni si trasformano in vere e proprio cattive abitudini difficili da estirpare. Una di queste riguarda il corretto smaltimento dell’olio esausto. Potrebbe sembrare a prima vista un gesto innocuo, eppure ha delle conseguenze importanti sulla tua casa e sull’ambiente. Sarà capitato a tutti noi, soprattutto in lockdown quando abbiamo messo alla prova le nostri doti culinarie, di friggere qualcosa a casa.
Il fritto si sa, per quanto vada consumato nelle giuste dosi senza strafare, è davvero il piatto principe della cucina e nessuno può scappare al richiamo del fritto. Tuttavia, dopo la bellezza di una pizza fritta o di un arancino fatto in casa, cosa se ne fa dell’olio rimasto? Ecco che entra in gioco l’automatismo accennato prima.
Olio esausto: il gesto innocuo che ti costa caro
Sia l’olio della frittura che quello sottolio dei barattoli viene gettato nello scarico del lavandino con estrema tranquillità, eppure, entrambi sono prodotti di scarto non biodegradabili. Questo significa non solo non smaltire correttamente l’olio in avanzo, ma anche inquinare le falde acquifere e danneggiare le tubature della propria abitazione, intasando gli scarichi.
In media, ogni italiano produce all’anno circa 5 kg di olio esausto, di questo più della metà non viene recuperato. Anche se fatto inconsapevolmente, insomma, si tratta di un’abitudine molto pericolosa. L’olio “smaltito” nel lavandino, infatti, può inquinare i terreni coltivati e i pozzi di acqua potabile, rendendoli inutilizzabili. Ma non solo.
Se l’olio esausto dovesse raggiungere il mare o un fiume, entrando in contatto formerebbe una pattina superficiale che blocca i raggi solari, in una sorta di schermo. In questo modo si altererebbe l’equilibrio degli ecosistemi acquiferi. Se pensi allora di risolvere il problema riutilizzando lo stesso olio, ti sbagli di grosso. Riscaldarlo, infatti, significherebbe ossidare gli oli vegetali che producono composti che potrebbero essere pericolosi per la nostra salute.
Cosa fare allora? Ti basta solo smaltirlo correttamente. Per farlo, raccogli l’olio in un contenitore di plastica e depositalo presso l’isola ecologica più vicina.