Gli obiettivi UE per bandire i pesticidi vedono una forte resistenza da parte di diverse lobby, che accampano la scuse più disparate, adesso anche quella della guerra. Ma, guerra a parte, sono scuse o ci sono davvero difficoltà a portare avanti i piani per salvare il pianeta?
La “Farm to Fork” in pericolo a causa delle forti contestazioni, almeno così sembrerebbe. Le lamentele arrivano da diversi Europarlamentari e diverse lobby. Lo scontro che stiamo vivendo in queste settimane pare sia un aggravante a questi impedimenti.
E così proprio, mentre l’Unione Europea cercava di rendere illegale il Mancozeb, un pesticida dannosissimo per la salute, si trova di fronte un forte muro ad arrestare il viaggio verso un’agricoltura più sostenibile per l’ambiente e più sana per la nostra salute.
Ma quali sono in breve gli obiettivi del Farm to Fork? Si tratta di passi da fare per cambiare il sistema alimentare europeo, rendendolo meno d’impatto sull’ambiente e meno impattante sui Paesi terzi. È un piano decennale messo a punto nel 2020.
Gli obiettivi sono quelli di garantire una produzione alimentare sostenibile, una sicurezza alimentare, promuovere abitudini alimentari sane, ridurre gli sprechi, ridurre i pesticidi chimici, diminuire l’uso dei fertilizzanti, trasformare terreni in aree per agricoltura biologica.
Quali sono i reali impedimenti per bandire i pesticidi e portare avanti il programma
In realtà non ce ne sono. Come al solito ci sono solo interessi personali che vengono portati avanti da persone senza scrupoli che utilizzano qualsiasi tipo di situazione destabilizzante, come una guerra, per cercare di bloccare la svolta ecologica europea a favore dei soldi.
Una delle tattiche più utilizzate in queste circostanze è quella di creare studi ad arte che affermino che il momento del cambiamento è quello sbagliato, che sarebbe più disastroso che benefico effettuare delle scelte diverse dalle solite.
Un esempio calzante è quello del blocco da parte dell’Unione Europea del pesticida Mancozeb. Questo è uno di quelli più usati con la coltivazione delle banane. Questo frutto arriva per il 70% da paesi extra-comunitari senza limitazioni sui pesticidi.
Bloccare il Mancozeb significherebbe obbligare i paesi esportatori a non utilizzarlo più o a perdere la vendita dei loro prodotti in Europa. La proposta è stata accolta benissimo dalle associazioni ambientaliste, ma si è trovata di fronte ad una manifesta contrarietà.
Alcuni marchi famosi come Del Monte, Chiquita e Dole Foods, infatti dipendono dalla coltivazione in paesi che utilizzano questo pesticida. Ne verrebbero quindi fortemente danneggiate nel momento in cui le importazione venissero vietate.
Secondo i produttori di banane, bloccare l’importazione significherebbe lasciare sfornita l’Europa di questo frutto. Poco importa alle grandi multinazionali se il Mancozeb è pericoloso per i lavoratori e per chi consuma i frutti trattati con esso. Come andrà a finire?